Crocetta non molla, riforme a mollo

L’Aula dell’Assemblea regionale, con voto segreto, ha respinto le dimissioni irrevocabili del parlamentare del Pd Fabrizio Ferrandelli dalla carica di deputato regionale. Su 48 deputati presenti, 24  voti favorevoli, 20 contrari e quattro gli astenuti. Non si è raggiunta la maggioranza dei 25 voti favorevoli. A chiedere il voto di Sala d’Ercole era stato Antonello Cracolici, capogruppo Pd all’Ars.
 
Ferrandelli aveva presentato le dimissioni in dissenso con la linea del suo partito sul caso Crocetta, sottolineando la necessità di “staccare la spina”.
 
Subito dopo Ferrandelli ha affidato il proprio commento a Twitter: “Non rientro nella casa del Grande Fratello. Sono loro che devono uscire. Mie dimissioni irrevocabili. A casa, al voto!”. L’Aula avrebbe dovuto discutere anche del ddl sulle province, ma la seduta è stata rinviata ad oggi, nella speranza di una maggiore partecipazione. I lavori parlamentari a Palazzo dei Normanni comunque proseguiranno fino al 12 agosto. Lo ha stabilito ieri la Conferenza dei capigruppo dell’ Ars. La proroga si è resa necessaria per poter approvare la riforma delle province e la ripubblicizzazione dell’acqua. Invece che dal presidente della Regione, come di consueto, il governo è stato rappresentato in Conferenza dei capigruppo dal vicepresidente e assessore alla Formazione, Mariella Lo Bello.
 
Crocetta inoltre ha rinviato a giovedì a mezzogiorno la sua presenza in Aula per riferire sulla vicenda Borsellino – Tutino e sulla situazione politica. Il rinvio si è reso necessario per incontrare prima i vertici del Pd ai quali darà probabilmente la propria disponibilità a farsi da parte ma solo dopo che saranno state approvate le riforme urgenti per la Sicilia.
 
Ieri mattina, intanto, il legale che rappresenta il Governatore ha tenuto una conferenza stampa nel corso della quale ha spiegato quali azioni Crocetta intraprenderà nell’immediato, a partire dalla richiesta al settimanale L’Espresso di 10 milioni di euro per danni per la pubblicazione dell’intercettazione, poi ripetutamente smentita dalla Procura di Palermo, della conversazione in cui al suo medico personale, Matteo Tutino, veniva attribuita la frase “bisogna far fuori la Borsellino come suo padre”. “Dopo le dichiarazioni del procuratore Lo Voi – ha detto l’avvocato- a questo punto per noi il giallo non c’è più”. La direzione del settimanale ha subito replicato: “La causa annunciata dai legali di Rosario Crocetta può diventare l’occasione processuale per comprovare la piena correttezza del comportamento dell’Espresso e per fare definitiva chiarezza su quanto è avvenuto”. Rosario Crocetta procederà legalmente anche contro lo scrittore Pietrangelo Buttafuoco e il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia.
“Avvieremo un’azione risarcitoria civile da un milione di euro – ha detto l’avvocato Lo Re – anche nei confronti del giornalista Pietrangelo Buttafuoco per l’articolo pubblicato nei giorni scorsi sul Fatto Quotidiano”. Nei confronti di Gasparri sarà promossa invece un’azione penale per il comunicato stampa diffuso il 16 luglio.