Cosa fare degli altri 1617 dirigenti? Dare loro la scelta se partecipare al progetto riorganizzativo con attività efficienti ovvero metterli in disponibilità con l’80% del solo stipendio in base alla L. 135/2012.
Vi è poi il problema dei dipendenti regionali e dei dipendenti delle partecipate. Per queste ultime, fermo il controllo della Regione al 51%, il 49% sarebbe messo sul mercato con bandi di evidenza pubblica, affidando la gestione ai nuovi soci, con l’obbligo contrattuale di produrre utili tassabili, pena la rescissione del contratto.
Se la razionalizzazione comportasse esubero di personale, cosa probabile, lo stesso sarebbe messo in una cassa integrazione analoga a quella del settore privato, alle stesse condizioni.
Per quanto concerne i pensionati, farei riliquidare gli assegni pensionistici in base ai contributi effettivamente versati, tagliando così quei privilegi che consistono nel percepire un assegno superiore, la cui differenza è a carico di tutti i siciliani, compresi quelli poveri.
Metterei in cantiere la Cittadella della Regione da costruire in 24 mesi utilizzando il project financing, di guisa che dopo 30 anni la Regione diventerebbe proprietaria di tutti gli immobili, avendo pagato le rate dei leasing col risparmio di tutti i canoni d’affitto.
Tale riorganizzazione comporterebbe risparmi notevoli sulla spesa corrente, soprattutto nella Sanità che assorbe la metà del bilancio regionale.
In questo settore metterei un articolo unico che preveda il compito della Regione su due precisi versanti: una task force per il controllo di qualità dei servizi a tutela degli ammalati siciliani, indipendentemente prestati da presidi ospedalieri, aziende ospedaliere e case di cura private; il secondo consisterebbe nel pagare i Drg prescindendo dall’ente che ha effettuato la prestazione.
Il controllo di gestione di Asp e Ao verrebbe centralizzato in un apposito ufficio della Presidenza, formato da esperti, con il compito di controllare, giorno per giorno, l’efficienza dei servizi, la congruità delle spese e soprattutto la validità delle stesse, in quanto si prenderebbe a modello l’ente sanitario più virtuoso, da utilizzare come benchmark per tutte le altre strutture.
Appuntamento alla seconda puntata.