Infatti, la fotografia della rete delle Frecce ferroviarie (rossa, argento e bianca) pubblicata nell’inchiesta del QdS del 31 luglio 2015, dimostra in modo inequivocabile che tutti i governi degli ultimi trent’anni si sono dimenticati della Sicilia e della Sardegna.
Da parte loro, queste due regioni, che hanno una forte autonomia costituzionale, l’hanno usata per istituire e mantenere privilegi delle caste anziché per lo sviluppo e l’occupazione.
Se in Sicilia il tasso infrastrutturale è un terzo in meno della media nazionale e solo un terzo delle otto regioni del Nord, la responsabilità, l’abbiamo scritto, è già individuata, cioè del Governo nazionale. Ad essa va aggiunta quella della deputazione siciliana che ha sempre preferito coltivare il proprio orticello anziché occuparsi dell’interesse generale della Sicilia.
La Svimez certifica che il livello di spesa pubblica nel Mezzogiorno è diminuito di quasi dieci miliardi nel periodo indicato. Essendo rigida la spesa corrente (cattiva), il taglio vi è stato in quella in conto capitale.
La ragione è evidente. Nel Sud vi è stata una politica clientelare fondata sul favore, che ha fatto gonfiare le Pubbliche amministrazioni in maniera indecorosa. Dopo di che gli stipendi vanno pagati. Ma, d’altro canto, vi sono stati i tagli dei trasferimenti dallo Stato.
Se i suddetti 4 miliardi fossero stati spesi, avrebbero messo in moto con un coefficiente moltiplicatore di 4 almeno altri sedici miliardi. Il tutto avrebbe creato occupazione per 200 mila posti di lavoro che avrebbero creato sollievo intervenendo in quel baratro di 392 mila disoccupati.
L’anticipazione del rapporto Svimez 2015 è di fatto un certificato di premorte sociale ed economica della Sicilia. Anche perché ci dice che ben un siciliano su tre è sulla soglia della povertà, cioè poco meno di due milioni di isolani.
L’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno fa delle fotografie e non le si possono imputare responsabilità di sorta. Però, dobbiamo osservare che il QdS scrive queste cose da dieci anni, ma non conforta il fatto che importanti osservatori oggi ne convengano.
Ora, e non domani, occorre che la Sicilia risorga ed è per questo che è stata attivata la Campagna etica dal QdS sin dal 2013.Occorre svegliarsi oppure si muore.