Regione: personale esterno e compensi cda da tagliare

PALERMO – La manovra di assestamento del Bilancio 2009, non ancora esaminata dalla commissione Bilancio dell’Assemblea regionale siciliana, ha previsto delle misure di intervento anche in materia di personale della Regione. Si tratta degli articoli 7 “Disposizioni in materia di personale esterno all’Amministrazione Regionale”, 8 “Contenimento spese per il personale”, art. 9 “Riduzione dei compensi”. Si interviene ancor prima dell’attuazione della riforma della pubblica amministrazione regionale prevista per gennaio 2009, per avitare che la spesa lieviti ed iniziare ad attuare dei risparmi.
Innanzitutto gli Uffici di diretta collaborazione del Presidente della Regione e degli Assessori, inclusi i Servizi di pianificazione e controllo strategico, che si costituiscono a partire dall’entrata in vigore della presente legge, non possono avere più di cinque unità di personale esterno con rapporto di lavoro subordinato o di collaborazione coordinata e continuativa, di cui non più di due con  qualifica dirigenziale. In ogni caso la dotazione organica complessiva degli Uffici di diretta collaborazione del Presidente della Regione e degli Assessori regionali, che si costituiscono dalla data di entrata in vigore della legge,  è ridotta in misura complessiva non inferiore al 30 per cento.
Da questi termini si comprende che fino a quando la manovra non entrerà in vigore queste disposizioni votate al risparmio non potranno essere apllicate, quindi ogni giorno che passa rappresenta un danno per le casse della Regione.
Entro il 31 dicembre 2009, ogni singolo ramo  dell’Amministrazione regionale è chiamato a fare una ricognizione del personale esterno e deve provvedere ad una riduzione non inferiore del 20% della dotazione numerica stabilita dalle norme regionali che ne autorizzano la contrattualizzazione. Al fine del contenimento della spesa del personale questa ricognizione va fatta anche per il personale esterno utilizzato a qualunque e diverso titolo.
Una norma di razionalizzazione della spesa è anche quella che prevede che le indennità dovute, a qualsiasi titolo, al personale regionale per l’espletamento di funzioni correlate alla propria attività di istituto, cessano di essere corrisposte se non vengano più svolte le relative funzioni.
Fatta eccezione delle aziende sanitarie ed ospedaliere, i compensi corrisposti dagli istituti, aziende, agenzie, consorzi, società, organismi ed enti regionali comunque denominati, sottoposti a tutela e vigilanza dell’amministrazione regionale che usufruiscono di trasferimenti diretti da parte della stessa, ai componenti degli organi di amministrazione, compresi i componenti dei Consigli di gestione e sorveglianza, non possono superare l’importo onnicomprensivo di 25.000 euro annui.
 
Inoltre questi soggetti non possono ricevere alcun benefit. Gli stessi soggetti, qualora corrispondano compensi superiori al limite fissato dal precedente comma, devono provvedere entro 30 giorni dalla entrata in vigore della legge ad adeguare i propri statuti e  regolamenti alle limitazioni previste. Le Amministrazioni che vigilano sui predetti Enti e società,  provvedono ad adottare i consequenziali atti. Per i componenti di organi di revisione e di collegi sindacali i compensi sono ridotti per ciascun incarico nella misura del 30 per cento e le relative somme sono versate in entrata del bilancio della Regione.
Il problema, però, si ribadisce, è che tali riduzioni possono diventare operative solo dalla data di entrata in vigore della legge, che al momento è solo un ddl e siamo a poco più di un mese dalla fine dell’esercizio finanziario 2009.