Cosicché, nel costituire i Consorzi, i Comuni ne avrebbero sopportato le spese delle strutture e giammai indennità di sorta per quei soggetti che l’avessero gestito.
La Regione avrebbe così scaricato un onere, valutato dalle nostre numerose inchieste in circa mezzo miliardo di spesa corrente, esclusa quella in conto capitale.
D’altra parte, i Comuni, dovendo sopportare l’onere dell’Ente consortile, sarebbero stati parchi nel determinarne i costi.
Questo assunto è stato totalmente tradito e travisato dai consiglieri-deputati che, nell’ovattato e climatizzato Palazzo dei Normanni, sono distanti anni luce dalla realtà, da quello che vogliono i siciliani e dall’interesse generale.
Per cui, hanno pensato bene, con un colpo di illusionismo, un abracadabra, di trasformare formalmente le vecchie Province in Città metropolitane e Liberi Consorzi di Comuni. Hanno pensato di dare quattro Organi (presidente, Assemblea, Giunta e Adunanza elettorale, artt. 4 e 11) e hanno fissato le indennità (art. 20) per il presidente e i componenti della Giunta, che invece avrebbero dovuto svolgere l’incarico in modo totalmente gratuito.
La parte più risibile di questa legge riguarda la facoltà di costituire nuovi Liberi Consorzi (art. 45), limitati soltanto dal numero di abitanti. Secondo i nostri calcoli oltre ai sei già previsti dall’art. 1 (più tre Città metropolitane) il numero dei Consorzi potrebbe essere addizionato di una ventina.
Per quanto concerne l’Autonomia finanziaria (art. 39), Consorzi e Città metropolitane continuano a utilizzare le risorse finanziarie, strumentali ed umane già spettanti alle Province regionali, senza nuovi o maggiori oneri a carico del bilancio della Regione. Ma i vecchi oneri, cioè i circa 500 milioni di cui prima si scriveva, rimangono tutti.
Dal sommario esame che abbiamo descritto, si capisce bene che l’attuale casta partitocratica non ha nessuna intenzione di fare le riforme, come quelle imposte dalla Troika alla Grecia. Riforma è quella che rende efficiente la burocrazia risparmiando almeno un terzo di risorse.
Riforma-inganno è quella della Legge regionale che abbiamo appena commentato. Bravi, bis!