I “big data” in aiuto di sociologi e urbanisti per progettare il futuro

Un’analisi dei dati di Flickr, il social network della fotografia, ci può dire quali sono le zone turisticamente più visitate di una città, come nel caso di uno studio effettuato su Firenze, aiutandoci a definire strategie turistiche e di conservazione del patrimonio culturale. I dati di utilizzo delle carte di credito ci possono rivelare abitudini di consumo in territori definiti. I dati provenienti dagli smartphone possono essere utilissimi a tracciare i flussi di movimento negli agglomerati urbani e pianificare progetti di mobilità su basi concrete. E ancora, l’analisi dei tweet su un determinato argomento ci possono far capire come si forma e si indirizza l’opinione pubblica su alcune notizie.

Quello dei “big data” e della “data analysis” è una branca dell’informatica oggi sempre più utile per studiare comportamenti di massa, rendendo disponibili informazioni che altrimenti non si avrebbero o che  presupporrebbero studi e rilevazioni lente e complesse. E’ questa la nuova frontiera della sociologia, ma anche dell’architettura e della progettazione urbanistica, della mobilità intelligente e del design, per esempio. Un nuovo e stretto approccio tra discipline apparentemente lontane ma incredibilmente vicine,  al centro della Lipari Summer School in Computational Social Science che si è appena conclusa a Lipari.

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