Il Brasile entra in recessione. Debito pubblico alle stelle

Il Brasile è entrato ufficialmente in recessione. I dati ufficiali della settima economia mondiale, appena comunicati, aggiungono un ulteriore elemento di pessimismo per un Paese colpito dal crollo dei prezzi delle materie prime, dalla crisi politica e dagli scandali. Nel secondo trimestre, secondo i dati comunicati dall’istituto statistico IBGE, il prodotto interno lordo del Paese è calato dell’1,9% dopo che anche il primo trimestre aveva registrato un calo pari allo 0,7%.
L’economia carioca ha registrato un rallentamento negli ultimi quattro anni dopo il boom legato alle esportazioni delle materie prime, principalmente verso la Cina. E il calo dei prezzi del petrolio e di altre ‘commodities’ ha aperto ampie falle nel bilancio pubblico
Lo scenario politico resta teso, con la presidente Dilma Rousseff che si trova da un lato ad affrontare le richieste di impeachment e dall’altro il crescente scontento per le misure di austerità. Sulla base di questi elementi le prospettive di medio termine non appaiono rosee.
Da un sondaggio di economisti svolto questo mese dalla banca centrale, la contrazione dell’economia brasiliana è destinata a durare fino al 2016, con un calo del Pil dello 0,15%.
Anche l’agenzia di rating Moody’s ha tagliato la valutazione creditizia del Paese prossima al livello ‘spazzatura’ a causa dei crescenti problemi legati al debito pubblico.