In fuga dalla Siria: “Siamo pronti ad attraversare qualunque cosa”

UNGHERIA – Un gruppo di giovani profughi siriani, tra cui un bimbo di pochi anni, valica la frontiera al confine con l’Ungheria. Scene come questa si ripetono di continuo in questi giorni.
Secondo la polizia, solo nella giornata del 26 agosto oltre 3.200 migranti, tra cui 700 bambini, sono arrivati nel Paese, il numero più alto mai registrato. La maggioranza ha attraversato il confine serbo nei pressi del villaggio di Roszke, in arrivo da Siria, Afghanistan e Pakistan.
 
“Spero di arrivare in Germania o in Inghilterra – dice Hazim, 23 anni – sono uno studente di Chimica, ho studiato all’Università di Damasco e spero di continuare”. “Alcune persone ci hanno aiutato, altre invece ci hanno abbandonato – aggiunge il 22enne Mohamad – ho perso degli amici ma ne ho conosciuto di nuovi. Siamo in viaggio da 22 giorni, siamo passati dalla Turchia, abbiamo attraversato 4 o 5 Paesi per arrivare qui”.
 
La linea ferroviaria che attraversa il confine a Roszke è uno dei pochi punti di passaggio ancora pressoché liberi dalla barriera di filo spinato che entro fine agosto chiuderà i 175 chilometri di frontiera con la Serbia. È in costruzione anche una ulteriore barriera alta quattro metri che tuttavia non rappresenta un ostacolo per chi fugge dagli orrori della guerra. “Non è molto bello ma supereremo ogni ostacolo – spiega ancora Mohamad – abbiamo già attraversato di tutto e attraverseremo qualunque altra cosa”. “Il fatto è che io dovrei andare nell’esercito ma non voglio – conclude il suo compagno di fuga – la situazione è veramente brutta lì, è una brutta guerra. Non è per niente bello partire ora per il servizio militare”.
 
Il fronte ungherese è solo uno dei molti presi d’assalto dal flusso di migranti; si aggiunge a quello del mare di Sicilia dove altre 50 persone sono morte soffocate nella stiva di un barcone mentre via terra i migranti tentano di passare in ogni modo: in Austria un camion è stato trovato con decine di cadaveri all’interno, migranti morti soffocati. Una tragedia che secondo la cancelliera tedesca Angela Merkel deve servire da monito a tutta l’Europa.