Ferrandelli: “Fondi Pac persi: 8 mila giovani pagano per colpa della Regione”

PALERMO – “Hanno chiuso la porta in faccia a 8 mila siciliani dai 15 ai 35 anni. Negli assessorati però continuano le assunzioni dei fedelissimi senza concorso e i 90 deputati dell’Ars si godono le vacanze e la poltrona a sostegno di Crocetta”. Lo ha scritto ieri sul suo profilo l’ex deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, dimessosi dall’Ars in polemica con il Pd e il governatore Rosario Crocetta.
 
“Nei giorni scorsi – così Ferrandelli – abbiamo denunciato la perdita di 800 milioni di euro di fondi Pac perché non impegnati dalla Regione. A pagarne le spese sono stati 8.150 giovani siciliani. 3.330 giovani laureati siciliani per i quali il Piano Giovani prevedeva 400 euro di borsa di tirocinio per 12 mesi; 1000 giovani professionisti (iscritti agli ordini) intenzionati ad iniziare nuove attività imprenditoriali sotto forma di lavoro autonomo, per ognuno dei quali il Piano Giovani prevedeva 20.000 euro di contributo; 500 giovani di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, iscritti a percorsi formativi in apprendistato di III livello (Lauree, Master, Dottorato, Progetti di Ricerca), per i quali il Piano Giovani prevedeva 10.000 euro ad apprendista; 320 giovani di età compresa tra i 15 ed i 25 anni che intendevano acquisire un titolo di istruzione secondaria di secondo grado o di qualifica professionale con un percorso di apprendistato in azienda; 1000 giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni intenzionati ad iniziare nuove attività imprenditoriali sotto forma di lavoro autonomo o società, per ognuno dei quali il Piano Giovani prevedeva 20.000 euro di contributo.
A questi 6150 giovani, per i quali si sono perse le relative risorse, si sono aggiunti i 2000 giovani di età compresa tra i 18 e i 35 anni che potevano svolgere 12 mesi di tirocinio in impresa a 500 euro al mese, per i quali i fondi ancora ci sono, ma si stanno impegnando seriamente per perdere anche questi”.
“A questi 8 mila giovani siciliani, ai loro fratelli e sorelle, ai loro padri, ai loro nonni – ha concluso – chiediamo un atto di coraggio, chiediamo di impegnarsi con noi per dare la spallata a questa classe politica. Non vi chiediamo un voto, abbiamo bisogno del vostro coraggio. Delle vostre teste e dei vostri cuori per reinventare la Sicilia e restituire il maltolto ai siciliani. Adesso con i coraggiosi, prima che sia troppo tardi”.