Immigrati tutti criminali? Falso. I dati che inchiodano gli sciacalli

PALERMO – Sempre pronti a puntare il dito contro chi è diverso. Infatti, non sono per nulla rari i casi in cui al rapinatore si affibbia in modo del tutto arbitrario un accento dell’Est, per poi scoprire che si tratta del vicino della porta accanto molto più che italiano. Non solo. A ciò dobbiamo aggiungere il fatto che nell’immaginario collettivo lo stupratore tipo non è di pelle bianca, al contrario sarà certamente uno di quei molti immigrati giunti lungo le coste italiane sui barconi. Così, passa molto più facilmente agli onori della cronaca un qualsiasi delitto commesso da un extracomunitario rispetto ad una rapina sventata dallo stesso extracomunitario, anche a costo della propria vita. Naturalmente tutto per la gioia di quelle fazioni politiche che usano la lotta all’immigrazione come principale slogan della propria campagna elettorale.
Eppure i dati diffusi dalla Fondazione Leone Moressa mettono in luce un quadro del tutto differente. Appena uno su dieci è la proporzione di reati commessi dagli stranieri in Sicilia rispetto al totale dei reati (11%). Addirittura a livello nazionale si parla di un tasso nettamente inferiore, pari al 7,3%. Medesimo trend è possibile riscontrare relativamente alla quota di stranieri sul totale dei detenuti. Infatti, la Fondazione Leone Moressa, dalla rielaborazione dei dati del ministero della Giustizia, rileva per la Sicilia un tasso di detenuti stranieri sul totale dei detenuti pari al 19,9%. Addirittura, incidenze percentuali nettamente inferiori si riscontrano in Molise (11,3%), Abruzzo (11,5%), Campania (12,3%), Calabria (14%) e Basilicata (14,3%). Mentre a volte i clamori della cronaca sembrerebbero denunciare un tasso di criminalità tra gli stranieri quasi superiore alla loro effettiva presenza. Inutile dirlo, ma con l’unico rischio di alimentare forme di discriminazione, conducendo proprio verso la xenofobia.
Anche per quel che inerisce i delitti commessi dagli stranieri è possibile rilevare per la Sicilia un tasso altrettanto contenuto (15,4%). Medesime rispetto a quelle precedentemente rilevate sono le regioni con tassi di delitti ancor più contenuti: ovvero, il Molise stavolta accompagnato dalla Sardegna (12,9%), la Campania (14,8%), la Calabria (15%) e la Basilicata (15,3%).
Oltretutto, questo dei delitti appena riscontrato è un tasso in continuo miglioramento. Infatti, è proprio questo quanto emerge dal confronto con i precedenti anni: rispetto al 2011, nel 2014 in Sicilia si è rilevata una riduzione del tasso dei delitti commessi da immigrati pari al 37,9%. È possibile scorgere riduzioni altrettanto significative in Toscana (-34,1%), Veneto (-36,9%), Marche (-37,2%), Lombardia (-33%), Liguria (-34,8%) ed Emilia Romagna (-38,5%). Ancor più sensibile è la contrazione del tasso di delitti rilevata nelle seguenti regioni: Abruzzo (-45,3%), Basilicata (-51%), Calabria (-64,1%), Campania (-49,5%), Friuli Venezia Giulia (-46,7%), Lazio (-45,1%), Molise (-43,2%), Piemonte (-42,2%) e Sardegna (-48,7%).
Al contrario, una lieve crescita ha interessato il tasso di variazione di furti e rapine tra il 2011 e il 2014 in Sicilia, incremento in controtendenza rispetto al valore medio rilevato a livello nazionale (rispettivamente +0,5% e -0,9%). Nella suddetta fattispecie, la riduzione più sensibile è stata rilevata in Molise (-11,7%).  Insomma, il tasso di criminalità straniera è ben differente da quello demonizzato e a cui siamo fin troppo abituati.