Idrocarburi, la Irminio srl ha avviato i lavori per i pozzi esplorativi nel ragusano

PALERMO – Dopo circa sette anni dall’inizio dell’iter burocratico, la scorsa settimana l’Irminio srl, storica società nella ricerca, estrazione e coltivazione degli idrocarburi, ha avviato i lavori per l’approntamento del cantiere che ospiterà i pozzi esplorativi in località Buglia Sottana nel ragusano. All’inizio di agosto era stato perfezionato l’accordo per un finanziamento da 100 milioni di dollari con tre istituti bancari: Societé Générale, Bnp Paribas e Banca Imi. Una linea di credito che sarebbe stata utilizzata dalla società, così come comunicato nell’occasione, per lo sviluppo dei progetti legati a nuove attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi in Sicilia e in Italia. 
È stato l’ad Antonio Pica a dare la notizia dell’avvio dei cantieri nel ragusano per un’area adibita alla perforazione di circa 13mila mq (22mila mq è l’area complessiva della postazione di sonda) e più 25 unità impegnate attualmente tra tecnici, ingegneri, e operai che diventeranno 35 nel breve periodo e dieci aziende che forniranno il materiale necessario.
La prima fase dei “lavori – si legge nel documento della società – prevede l’approntamento del cantiere, i rilievi topografici e i tracciamenti sul campo, lo scotico (asportazione del terreno superficiale), la posa dei quattro container destinati agli uffici del personale tecnico, al ricovero dei materiali e ai servizi per i lavoratori che operano sul sito”. Passate le due settimane necessarie all’espletamento di questi lavori “preliminari”, quindi seguiranno altre operazioni relative alla costruzione delle vasche e del piazzale, come da programma definito. “Dopo quasi 7 anni dall’inizio dell’iter burocratico – ha spiegato Pica – avviamo i lavori a Buglia Sottana. Si è trattato di un percorso lungo e tortuoso che ha comunque permesso di dimostrare la nostra volontà di operare nel pieno rispetto del territorio e dell’ambiente circostante”.
A proposito di questioni ambientali, è stato coinvolto anche il Consiglio nazionale delle ricerche per avere una esatta fotografia ante-operam della situazione e inoltre, precisano dall’azienda, “tutte le lavorazioni, anche le più banali, saranno monitorate per ridurre al minimo le interferenze con l’ecosistema: un cantiere che vogliamo sia preso come modello non solo in provincia di Ragusa ma nell’intera Sicilia”.