Consorzi di bonifica, sempre più difficile garantire i servizi agli agricoltori

ENNA – I direttori dei Consorzi di Bonifica di Enna e Catania, Gaetano Punzi e Giuseppe Barbagallo, su mandato degli altri nove colleghi siciliani hanno lanciato, in conferenza stampa, una pesante accusa verso l’Assemblea regionale siciliana, rea di avere, attraverso la Legge di stabilità n. 9 del 7 maggio scorso, ridotto drasticamente il contributo annuale nei confronti dei Consorzi stessi.
“La politica – ha detto Barbagallo – è stata miope nell’andare a fare questa legge scellerata che sopprime i contributi ai Consorzi”. I Consorzi di bonifica, va ricordato, sono importanti strumenti per l’esercizio dell’attività agricola, poiché gestiscono la distribuzione delle risorse idriche, la sistemazione idraulica, idrogeologica, idrica ed ambientale, nel territorio di propria competenza – solo per dare un’idea, il Consorzio di Catania che è il più grande della Sicilia misura 71.000 ettari ed  occupa 279 unità lavorative delle quali 135 a tempo indeterminato e il resto a tempo determinato – mentre quello di Enna è altrettanto importante per la presenza dei numerosi invasi. E già da quest’anno, nei trasferimenti già impegnati, la Regione non ha assolto appieno ed è in debito con gli Enti di alcuni milioni di euro. Ciò ha determinato un’insolvenza degli Enti nei confronti degli stipendi per il personale che, ad Enna, ad esempio, saranno pagati fino a questo mese e non potranno essere garantiti per i mesi successivi.
Nonostante il clima di insicurezza, i lavoratori dei Consorzi hanno assicurato il normale espletamento dei servizi, soprattutto quello più importante, la manutenzione che se non viene compiuta a dovere potrebbe compromettere la prossima stagione irrigua. Da qui il caro bollette nei confronti dei consorziati, che tanto scalpore ha suscitato ultimamente: “I soldi delle bollette – ha spiegato Punzi – servono a pagare la manutenzione. Con questa carenza di fondi – continua il direttore del Consorzio ennese – non potremo rifornire d’acqua importanti insediamenti come l’Outlet di Dittaino, le aziende agricole e zootecniche di Raddusa, le zone ortofrutticole di Barrafranca e Regalbuto e i pescheti di Leonforte”.
I due direttori hanno tenuto a sottolineare che non mettono in discussione un indirizzo politico ma chiedono soltanto l’abrogazione dell’art. 47 della legge 9/2015. E tutti i direttori dei Consorzi prevedono per questa settimana un autoconvocazione a Palermo per la verifica dello stato in cui versano gli Enti, non escludendo qualsiasi intervento da parte delle autorità competenti, ad iniziare dai Prefetti dell’intera Sicilia, per rappresentare la situazione.
“In questo quadro – ha aggiunto Barbagallo – i direttori auspicano che, per le giornate del 22/23, previste per l’assestamento di Bilancio, il buon senso possa prevalere e si possa evitare il disastro a circa 2.000 lavoratori della Bonifica e ad un comparto ad essi collegato composto da migliaia di famiglie”. I direttori infine hanno chiesto con forza che la Regione conferisca loro più competenze e non riduca i Consorzi al rango di “Enti inutili”.