I piani così determinati comportano una secca riduzione di risorse necessarie e, quindi, risparmi adeguati sulla spesa corrente e liberalizzazione di risorse finanziarie. Con esse, Regione ed enti locali sono nella condizione di effettuare investimenti in infrastrutture e strutture interne tali da rendere fruibili meglio tutti i servizi. Prima fra queste è la completa informatizzazione di tutti gli uffici, per cui il dialogo fra dirigenti e dipendenti e fra dipendenti e dipendenti, sia a livello centrale che a livello periferico, avvenga esclusivamente per via telematica. Insomma, l’abolizione totale della carta, per la quale gli enti siciliani spendono molti milioni di euro, che si risparmierebbero.
Siccome c’è la caccia al risparmio, non si vede perché non dovrebbero muoversi in questa direzione i dirigenti generali .
Con la legge regionale n. 19 del 16/12/2008, le competenze degli assessorati sono variate, dal 1° gennaio 2010. I dipartimenti scendono a 28 e verranno nominati 28 direttori generali a capo di essi. La ricomposizione dei dipartimenti all’interno dei 12 assessorati per competenza ci sembra abbastanza razionale, anche se si poteva fare qualcosa di meglio. Ma il meglio, come si sa, è nemico del buono.
I ventotto dg avranno il compito di far partire la macchina e farla andare a pieno regime nel corso di qualche mese. Preliminare anche in questo caso è la redazione del Piano industriale, senza del quale non si saprebbe verso quali obiettivi farla muovere. Al riguardo, vi sono alcune importanti direttive del Presidente della Regione (15 settembre 2008, 6 marzo 2009, 7 agosto 2009) e verosimilmente ve ne sarà una quarta prima della fine dell’anno, alle quali i dg devono attenersi, pur disponendo di un’autonomia senza della quale non potrebbero far vedere le loro capacità.
Infine, c’è la questione degli esuberi, cioè di quei dipendenti che all’interno dei singoli Piani industriali dei dipartimenti non servono. Gli esuberi vanno trattati come assistenza sociale e non come servizi pubblici.