L’ignoranza è l’impotenza di chi non possiede gli strumenti della conoscenza e, quindi, va avanti a casaccio senza punti di riferimento, senza sapere quello che fa e dove va.
Ecco perché è indispensabile che ogni persona abbia un’attività continuativa di informazione e di acquisizione di dati, per capire meglio come è la situazione e, quindi, adottare comportamenti efficienti e conseguenti.
Quello che scriviamo è alla portata di tutti, indistintamente di tutti. Ogni persona vivente, a meno che non sia ammalata o con disabilità, ha il dovere di sapere e di capire. Diversamente è in balìa degli altri, anche di malfattori e delinquenti.
Ognuno deve essere padrone della propria vita e della propria azione, deve poter scegliere in quale direzione andare e quali obiettivi conseguire. Chi non si comportasse in questo modo, non avrebbe il diritto di appellarsi persona umana, perché sarebbe più simile alle bestie.
È opportuno conoscere le regole etiche, religiose, civili, di convivenza, sociali e così via. Anzi, è indispensabile.
Tuttavia è sempre bene cercare l’essenziale, all’interno della massa enorme di regole, in modo da evitare eccessive elucubrazioni sulla loro applicazione, elucubrazioni che spesso portano alla confusione mentale e, quindi, comportamentale.
Fai il tuo lavoro col massimo impegno e con tutta la tua capacità. Anche in questo caso si applica il precetto indicato. Se tu non rendi e non dai agli altri il frutto della tua fatica, non puoi pretendere di riceverne contropartita. Il rispetto degli altri obbliga prima a dare e poi a ricevere, prima a compiere il proprio dovere e poi a chiedere che gli altri lo compiano. è inutile cianciare. Il proprio comportamento è il modo migliore per dimostrare agli altri che siamo rispettosi del prossimo, ovviamente se agiamo correttamente.
In ogni attività civile, sociale, familiare, assistenziale, ognuno dovrebbe ricordarsi di rispettare il prossimo, cosa che purtroppo nella maggior parte dei casi non avviene, con la conseguenza che aumenta l’egoismo, causa prima di tanti comportamenti errati e dannosi per i terzi.
Il precetto indicato è un antidoto all’egoismo, al chiudersi in sé stessi, a non volere dialogare e, soprattutto, a non volere servire chi ha bisogno.
Servire gli altri non a parole, ma con i fatti, con i comportamenti, non come fanno tante associazioni di servizio i cui membri sanno solo parlare, anche male.