Istat: nel 2014 la Sicilia ha perso il due per cento di Pil

PALERMO – I dati definitivi 2014 mostrano l’ennesimo tracollo per l’economia siciliana. Il 2014, lo scrive il Servizio statistica della Regione siciliana nel suo rapporto appena redatto, si è chiuso con il Pil in calo del 2 per cento: in soldoni, 1 miliardo e 680 milioni di euro bruciati. Tra le stime di Baccei – che nel Dpef 2014-2017 aveva scritto che il Pil sarebbe cresciuto dello 0,3 per cento, ben 252 milioni di euro in più per effetto dell’aumento della produzione di beni e servizi nell’isola – e il dato reale, trascritto nei documenti del servizio statistica, l’errore è di oltre 1 miliardo e 800 milioni.
Nel nuovo Dpef 2016-2018, ora Baccei corre ai ripari. E rivede le stime. Per l’anno prossimo, appare meno ottimista: 0,6 per cento. Il punto è che lo Statuto regionale non viene attuato. Al contrario la Sicilia otterrebbe maggiori entrate per 9 miliardi e 131 milioni di euro. Si tratta, come spiegato da Baccei,  di 7 miliardi 931 milioni dalle entrate di spettanza regionale non ancora attribuite alla Regione siciliana, un miliardo e 200 milioni circa dalle accise sui prodotti petroliferi riscossi in Sicilia.
Per contro, da uno studio iniziato nel 2012 e ancora aperto, in vista della soluzione del contenzioso, in sede di tavolo tecnico con il ministero dell’Economia, a queste si devono sottrarre le maggiori spese delle funzioni che la Sicilia deve trasferire allo Stato centrale, circa 10 miliardi 223 milioni di cui 8 miliardi 323 milioni da istruzione universitaria, diritti sociali, politiche sociali e famiglia, tutela della salute e 1 miliardo e 900 milioni dalle norme sulla finanza locale. La Regione sarebbe pertanto in debito di un miliardo e 92 milioni circa. "Alla luce di questo sostanziale equilibrio tra entrate da ricevere e spese da sostenere – si legge nel Def – è quindi importante lavorare in sintonia e non in contrapposizione con il governo centrale, in modo da individuare la strada per rendere sostenibile il bilancio regionale".