CATANIA – Mense scolastiche del Sud promosse ma con qualche debito da riparare a settembre.
Sono i risultati della prima verifica del Ministero della Salute, in collaborazione con quello dell’Istruzione, sull’applicazione delle “Linee di indirizzo nazionale per la ristorazione scolastica” e la qualità complessiva del servizio offerto. Al questionario dell’indagine hanno risposto 1.168 istituti (scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di I grado), per un totale di 4.294 plessi scolastici in tutta Italia.
La suddivisione geografica degli istituti comprensivi che hanno risposto al questionario, è stata del 7% per il nord, 4% per il centro e 4% per il sud e isole.
Le Linee di indirizzo, emanate nel 2010 col contributo di un gruppo di tecnici, danno indicazioni pratiche sia per la sana alimentazione a scuola, sia per favorire abitudini corrette, così da prevenire obesità e altre patologie cronico-degenerative. Secondo le Linee di indirizzo, i menu devono essere preparati sulla base dei Larn (Livelli di assunzione di nutrienti raccomandati per la popolazione italiana) per le diverse fasce di età, considerando che il pranzo a scuola deve “coprire” circa il 35% del fabbisogno energetico della giornata.
Dall’indagine risulta che l’85% degli istituti coivolti nell’indagine rispetta le line guida indicate dal Ministero.
Come suggerito nelle Linee di indirizzo nazionale i menù devono essere preparati su almeno 4/5 settimane di rotazione, per evitare il ripetersi della stessa preparazione e devono essere diversificati seguendo il criterio della stagionalità del periodo autunno-inverno e primavera-estate. La media nazionale delle scuole che articolano il menù della mensa su 4-5 settimane è del 96,85%, senza notevoli differenze tra nord, centro e sud.
Ad essere bocciato è l’approccio usato dalle scuole nella distribuzione dello spuntino e della merenda.
Le linee di indirizzo per la ristorazione scolastica suggeriscono di distribuire a metà mattina uno spuntino con l’obiettivo di fornire agli studenti l’energia necessaria per affrontare il prosieguo delle lezioni. Lo spuntino deve fornire un apporto calorico adeguato alle esigenze dei bambini e dovrebbe essere costituito preferibilmente da frutta e ortaggi.
Purtroppo è sempre più evidente che la dieta è spesso rappresentata da un’errata distribuzione calorica nella giornata: sia lo spuntino della mattina che la merenda sono spesso caratterizzati dal consumo di alimenti troppo ricchi di energia e di scarso valore nutritivo.
Dai questionari, emerge che appena il 28% delle scuole prevede la distribuzione di frutta per lo spuntino e la merenda.
Il costo del pasto alla mensa ha anche una sua geografia: per il Nord ed il Centro la fascia di costo più frequente è quella compresa tra 4, 00 e 4,99 euro mentre per il Sud è quella compresa tra 3, 00 e 3,99 euro.
Al Sud, il 90 per cento delle mense viene gestito esternamente.
Altra nota dolente: i distributori automatici di alimenti e bevande ad alto contenuto di grassi, zuccheri e sale (che possono favorire il sovrappeso e l’obesità nei bimbi), che le Linee di indirizzo sconsigliano di installare nelle scuole. In base all’indagine risulta che questi distributori sono presenti nel 10% degli istituti e soltanto il 3% prevede l’erogazione di alimenti e bevande a base di frutta.
Infine, il 42% delle scuole al Sud organizza corsi di formazione per il personale coinvolto nella ristorazione scolastica contro il 65 % al Nord.