Nella relazione letta dal primo presidente della Cassazione, Giorgio Santacroce, all’apertura dell’anno giudiziario del gennaio scorso, sono stati portati i numeri dell’arretrato: circa 3,3 milioni di processi penali e 4,8 milioni di processi civili per un totale di 8,1 milioni. Un arretrato incredibile di cui non si vede la diminuzione, almeno nei prossimi anni, salvo il miglioramento che può avvenire in quei tribunali dove è avanzato il processo di digitalizzazione.
Ecco dove dovrebbe investire lo Stato: digitalizzare con la massima rapidità tutti i 26 distretti giudiziari, in modo che giudici, cancellieri, professionisti, abbandonino definitivamente la carta e utilizzino le vie telematiche.
L’arretrato delle cause civili, penali, amministrative e tributarie, costituiscono un enorme peso per l’economia perché non consentono di arrivare alla sentenza definitiva con la quale si determini chi ha torto e chi ragione. Le cause trascinate di anno in anno, i ruoli super carichi di ogni magistrato, le procedure farraginose e complicate, creano questo stato di perenne incertezza nella quale è impaludata l’economia nazionale.
L’art. 112 dellaCostituzione stabilisce l’obbligatorietà dell’azione penale.
Si tratta di un principio di fatto inapplicabile perché il capo dell’ufficio di ogni Procura, di fronte alla massa enorme di fascicoli, deve necessariamente fare scelte e stabilire ordini di priorità. Così avviene. Per cui vi sono processi che marciano e altri che languono, non per responsabilità dei magistrati, ma perché ovviamente non si può affrontare tutto in una volta.
L’azione delle Procure è molto delicata perché i pubblici ministeri devono capire l’ambiente nel quale lavorano e individuare le persone per bene e le persone per male, in modo da interpretare i fatti in maniera adeguata ed evitare che il malvagio sfugga, ma che la persona per bene non venga incolpata di fatti travisati.
È vero che vi sono livelli di salvaguardia, dal Gip al Tribunale del riesame,
e poi la Cassazione, ma è anche vero che la lunghezza e la farraginosità dei processi costringe anche gli incolpevoli a sopportare danni finanziari, morali emateriali.
Per cui bisogna sempre prendere decisionigiuste