Scuola bocciata in integrazione. Ecco gli indici di insuccesso

PALERMO – Integrazione e successo scolastico di alunni con cittadinanza non italiana: questo il tema forte dell’ultimo Rapporto nazionale firmato MIUR-Fondazione Ismu che analizza, per l’anno scolastico 2013/2014, successi e criticità degli stranieri nell’accesso a un diritto fondamentale per la partecipazione sociale, come la scuola.
 
La presenza multiculturale nelle scuole italiane è in ampio incremento dall’anno scolastico 2001/02, come testimoniato dalla quadruplicazione degli alunni stranieri iscritti, passati da 196.414 nel 2001/02 a 802.844 nel 2013/14. L’espansione è stata particolarmente significativa nelle scuole secondarie di secondo grado, dove si è passati dal 14% di stranieri nel 2001/02 al 22,7% nel 2013/14. Nell’anno scolastico 2013/14 tra le cittadinanze più numerose troviamo gli alunni romeni (154.621), albanesi (107.847) e marocchini (101.176), con un cospicuo aumento dell’etnia egiziana (+19,9%) e delle Filippine (+16,7%), a fronte di una crescita media nazionale pari a solo il 6,2%.
 
Tra le aree geografiche interessate dal fenomeno, è il Nord quello a più alta concentrazione di presenze: al primo posto la Lombardia (197.202), seguita da Emilia Romagna (93.434), Veneto (92.924), Lazio (77.071) e Piemonte (75.276). Il Sud spicca per la crescita degli alunni stranieri, doppia o tripla rispetto alla media nazionale (+20,5% in Basilicata, +14,3% in Campania, +12,8% in Sicilia). La Sicilia è invece al primo posto con il 19,1% degli stranieri nati in Italia, iscritti nelle secondarie di secondo grado.
Vari i parametri analizzati dal Rapporto, in base ai quali valutare successi e difficoltà dei percorsi di inserimento scolastico degli immigrati. Per la regolarità dei percorsi scolastici, si assiste a un decremento degli alunni in ritardo in tutte le fasce d’età, per il consistente aumento degli stranieri nati in Italia. Per il 2013/14, tuttavia, tale ritardo si attesta ancora al 65,1% per gli stranieri nella secondaria di secondo grado (contro il 23,3% degli italiani). La situazione di svantaggio, considerata attraverso la non ammissione all’anno successivo, indica, sempre nel 2013/14, per gli stranieri nelle secondarie di secondo grado degli istituti professionali, percentuali di bocciature pari al 22,7%, al primo anno di corso. Relativamente infine al passaggio dalla secondaria di secondo grado all’università, gli stranieri non rinunciano a proseguire gli studi, sebbene con un ritardo in ingresso (19-20 anni, contro 18-19 degli italiani in oltre l’80% dei casi).
Se la riuscita scolastica rappresenta un indicatore privilegiato di inserimento, essa non può avvenire senza un clima d’aula positivo che favorisca l’integrazione delle differenze e il senso di appartenenza alla comunità. Obiettivo della scuola è prolungare l’obbligo scolastico per assicurare agli studenti l’acquisizione di solide competenze di base, ma questo non può realizzarsi senza uno stile educativo "internazionale", improntato alla valorizzazione delle differenze e alla collaborazione con le famiglie.
In questo scenario rilevanza assumono le possibilità formative date ai migranti adulti, essendo essi per lo più familiari chiamati a supportare gli alunni nei compiti a casa e a interagire con la scuola. L’ultimo Rapporto Indire, per l’anno scolastico 2011-2012, rileva 79.118 stranieri adulti (49,3% del totale) iscritti ai corsi di integrazione linguistica e culturale (Cils) promossi dai Centri territoriali permanenti per l’educazione degli adulti.