Luigi Macchia: “Ricercare e reprimere i fenomeni illeciti”

È arrivato a Caltanissetta da poco tempo. Che idea si è fatto del territorio?
“Il territorio è interessante dal punto di vista lavorativo, sicuramente ci sono delle belle realtà e tra queste l’onore di avere una Procura molto importante sia in sede di Corte d’Appello sia di Dda, con magistrati di primissimo piano. C’è un prefetto, Maria Teresa Cucinotta, molto impegnato: ho avuto modo di essere con lei in riunione e ne ho apprezzato la competenza e l’energia. Sicuramente le premesse sono ottime, anche la collaborazione con la Polizia di Stato, i Carabinieri e le altre Forze dell’ordine e istituzioni è costante. C’è una buona comunicazione”.
Quali sono le criticità maggiori nel nisseno?
“È chiaro che le criticità qui non sono legate tanto a quei fenomeni che rimangono nella sfera dell’amministrativo, cioè la semplice evasione fiscale, che è un fenomeno che noi registriamo ma che mi sento di dire non è più importante di tante altre regioni d’Italia. La criticità maggiore riguarda tutte le attività legale alla criminalità organizzata, a cui dedichiamo la maggiore attenzione: riciclaggio, usura, trasferimento fraudolento dei valori, indagini patrimoniali nei confronti di soggetti o aziende in odore di mafia che partecipano alle gare d’appalto, e in generale all’economia della provincia nissena. La spesa pubblica, così come quella sanitaria, è un altro capito estremamente importante perché la Sicilia e anche questa provincia riceve numerosi finanziamenti sia dall’Unione europea con i fondi strutturali sia dallo Stato. Un settore su cui a livello centrale e l’Autorità governativa hanno posto un particolare accento poiché la spesa pubblica è necessaria per far ripartire l’economia e noi sappiamo quanto questa necessità sia impellente. Se l’economia riparte, incrementa l’offerta di lavoro e di conseguenza una certa manovalanza viene sottratta al lavoro nero o alla criminalità. Incentivare un’economia sana è una delle nostre priorità”.
Quali sono i risultati sulla lotta all’evasione fiscale e sulla vigilanza della spesa pubblica?
“Sul contrasto delle frodi fiscali e all’economia sommersa nel 2015 abbiamo effettuato 471 attività ispettive, tra verifiche fiscali, controlli, accertamenti patrimoniali, ispezioni antiriciclaggio e segnalazioni per operazioni sospette, nonché 2.226 tra controlli sulla regolare emissione di scontrini e ricevute fiscali, controlli su strada e controlli sugli indici di capacità contributiva. Sono state 52 le persone denunciate a piede libero per reati fiscali scoperti, 3 quelle arrestate. Per il sommerso d’azienda abbiamo a oggi individuato 19 evasori totali e 8 paratotali, 79 lavoratori in nero e irregolari per i quali sono stati verbalizzati 29 datori di lavoro. Poi 8,7 mln di euro le proposte di sequestro per equivalente avanzate all’Autorità giudiziaria. Sulla vigilanza della spesa pubblica 72 i controlli tra ticket sanitari e prestazioni sociali agevolate, 31 le irregolarità rilevate. Sulla spesa comunitaria 32 gli interventi eseguiti con la denuncia di 21 persone, controllati contributi per un valore di 1.483.736 € e contestare indebite percezioni per 1.025.486 €. Per le frodi a carico del bilancio nazionale e locale 7 gli  interventi, con la conseguente denuncia di 9 persone e l’arresto di una. Contestate indebite percezioni per 63.680 € a fronte di 86.976 € di contributi controllati”.
Quali i dati sulla lotta alla criminalità organizzata?
“Sinora abbiamo eseguito confische per 5.390.000 € e proposto sequestri per 8.529.827 €. Su questo fronte, l’azione persegue allo scopo di ricercare e reprimere tutti i fenomeni illeciti in grado di inquinare i circuiti legali dell’economia e di alterare le condizioni di concorrenza”.
 
Quali sono i principi etici che guidano la Guardia di Finanza e in che modo essi sono utilizzati per tutelare i cittadini?
“Abbiamo a cuore di incentivare l’economia sana e debellare le attività criminali. Il rapporto con il contribuente nel corso degli anni si è evoluto moltissimo: la filosofia è quella della collaborazione piuttosto che del contrasto. In tal senso di recente sono stati emanati dei decreti legislativi che incentivano il cosiddetto ravvedimento operoso. Sempre nell’ambito della collaborazione e del rispetto del contribuente cerchiamo inoltre di avere anche un impatto minimale quando eseguiamo i controlli. C’è anche uno Statuto del contribuente, che si trova sul sito dell’Agenzia delle Entrate e che prevede una serie norme di comportamenti, tempi di espletamento per le attività di verifica e un contraddittorio”.
A che punto sono gli obiettivi del 2015, siete in grado di raggiungerli entro la fine dell’anno?
“Abbiamo ottimi risultati che derivano soprattutto dall’attività di Polizia giudiziaria, che ha un riverbero anche sull’attività di Polizia tributaria. Ci tengo a sottolineare che la nostra attività spazia a 360 gradi dalla tutela del consumatore attraverso i sequestri dei beni contraffatti o che non rispettano la normativa Cee, ai controllo su strada in collaborazione con la Polizia e i Carabinieri, alla tutela ambientale, alla sicurezza pubblica”.