Gettonopoli anche a Messina

MESSINA – Mentre i rubinetti dei cittadini sono ancora a secco, si scopre che dodici consiglieri comunali della Città dello Stretto avrebbero raccolto a mani larghe da un’altra cisterna, ben più ampia, quella delle casse comunali.
Niente acqua per loro, ma ricchissimi gettoni – si parla di circa un milione di euro solo nel 2014 – sottratti indebitamente all’Ente. “Io voglio questo c… d’indennità. A me di fare le commissioni non me ne fotte niente, io voglio solo l’indennità”, si legge in una delle intercettazioni raccolte dalla Digos sotto il coordinamento della locale Procura. Come ricostruito dalla indagini, iniziate nel novembre 2014, i consiglieri avrebbero avuto l’abitudine di percepire in maniera fraudolenta il cosiddetto gettone di presenza in occasione delle sedute delle Commissioni consiliari permanenti.
Stando a quanto emerso dai verbali e dalle intercettazioni video e ambientali, i consiglieri avrebbero messo in atto delle vere e proprie “strategie” per massimizzare i profitti derivanti dai gettoni, come intervenire nelle sedute solo per il tempo strettamente necessario a firmare. 
Il gip ha emesso le misure cautelari – l’obbligo di apporre la firma davanti alla Polizia giudiziaria prima e dopo i lavori – nei confronti di Carlo Abbate, Pietro Adamo, Pio Amodeo, Angelo Burrascano, Giovanna Crifò, Nicola Salvatore Crisafi, Nicola Cucinotta, Carmela David, Paolo David, Fabrizio Sottile, Benedetto Vaccarino e Daniele Santi Zuccarello. A loro sono contestati i reati continuati di truffa aggravata, falso ideologico commesso da pubblico ufficiale in atti d’ufficio e abuso d’ufficio.