Fondo di solidarietà per le vittime di estorsione: diminuiscono le domande ma non gli illeciti

 ROMA – I dati relativi all’ultimo triennio evidenziano un calo di domande di accesso sia al Fondo di solidarietà per le vittime di estorsione (255 nel 2013, 213 nel 2014 e 172 fino ad oggi) che per quello per le vittime dell’usura (758 nel 2013, 660 del 2014, 835 fino all’ottobre scorso. “Ma questo non significa che siano venuti meno i reati”.
A spiegarlo è il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, il prefetto Santi Giuffrè.
“È cambiata la criminalità – spiega il prefetto – oggi è tutto più silente, il che non significa che i reati siano meno”. Lo Stato ha istituito il Fondo di solidarietà per le vittime del racket, che è stato unificato con quello per le vittime dell’usura. “Aiutando l’imprenditore aiutiamo anche l’economia. Ma deve essere naturalmente dimostrato come quei soldi vengono impiegati”, spiega Santi Giuffrè.
“Le pratiche, è vero, impiegano spesso molto tempo per essere evase – ammette il Commissario – proprio oggi abbiamo avuto una riunione per accelerare l’informatizzazione delle Prefetture. Siamo a volte anche vittime delle vicende giudiziarie: se la procura non si pronuncia, o i tempi di un processo sono particolarmente lunghi, la pratica purtroppo rallenta il proprio iter, ma non dipende da noi”.
“Abbiamo tuttavia dato una virata – conclude il prefetto – una novità recentissima è che se c’è un rinvio a giudizio, ora non diamo solo la provvisionale ma liquidiamo tutto l’importo dovuto all’imprenditore vittima di estorsione”.