Precari, sindaci e sindacati in piazza per chiedere una soluzione definitiva

“Sosteniamo le ragioni dello sciopero generale dei lavoratori precari della Regione, degli enti locali e della sanità, indetto per oggi da Cgil, Cisl e Uil, cui hanno partecipato oltre un centinaio di sindaci e amministratori provenienti da tutta la Sicilia, ribadendo come i comuni e il mondo del lavoro della nostra Isola siano messi a dura prova, da troppo tempo, da una condizione di estrema sofferenza. Per questi motivi nei prossimi giorni chiederemo un incontro formale al Presidente del Consiglio, Matteo Renzi”.
Lo ha detto Leoluca Orlando presidente di AnciSicilia, che aggiunge: “La gravissima crisi finanziaria, determinata in parte da scelte regionali, si ripercuote negativamente anche sul fronte dei lavoratori precari, su imprese, fornitori e sui servizi da erogare ai cittadini e di fatto impedisce che si attivino quei meccanismi virtuosi per il buon governo del territorio e per il rilancio dell’economia”.
“Ribadiamo, ancora una volta, che bisogna individuare – conclude Orlando  – una soluzione definitiva per uscire dalla logica delle proroghe e delle deroghe, trovando per questi lavoratori un assetto stabile che li porti fuori dalla loro condizione di perenne incertezza.  Su questo tema il 13 maggio scorso abbiamo intrapreso un percorso di confronto con tutte le organizzazioni sindacali e di rappresentanza dei lavoratori precari, al termine del quale, il 16 luglio, è stato approvato un documento unitario trasmesso al governo nazionale e al governo regionale”.
 
Alla base del documento vi è la considerazione secondo la quale questo stato di cose va superato attraverso una trasformazione del rapporto di lavoro da tempo determinato a tempo indeterminato, in particolare nei comuni in dissesto e in quelli che hanno avviato il piano di riequilibrio. E’ necessaria una soluzione definitiva della problematica dei lavoratori a tempo determinato degli Enti locali siciliani debba essere fondata innanzi tutto sui seguenti punti:
 
1.    Il superamento del regime delle proroghe annuali (previste di anno in anno dallo stesso legislatore nazionale nelle diverse leggi di stabilità);
 
2.    Storicizzazione dei trasferimenti regionali in una prospettiva temporale adeguata;
 
3.    Superamento di alcuni vincoli previsti dalla normativa nazionale incompatibili con la specificità storica del personale dei Comuni siciliani, anche in ragione della necessità di garantire l’erogazione dei servizi essenziali ai cittadini.