Il mammismo più grave per una Comunità è l’assistenzialismo, cioè dare anche a chi non ne ha bisogno sussidi di vario genere che aiutano a non cercare il lavoro che c’è e a bivaccare come le figure di quei messicani che al sole non si tolgono dal viso neanche la mosca.
Prendiamo le pensioni: lo Stato eroga 177 miliardi ai pensionati veri. Ne incassa 176, quindi il conto delle pensioni è quasi in pareggio.
Dov’è l’inghippo? È nel fatto che poi l’Inps eroga altri 100 miliardi di pensioni assistenziali a gente che ne ha bisogno, ma anche ad una parte di persone che percepiscono assegni senza alcun titolo né bisogno. Chi paga questi 100 miliardi? La fiscalità generale, ovvero i contribuenti super tassati per sostenere soggetti che non hanno alcun diritto di vivere a loro spese.
Altro esempio riguarda tutto il ceto dirigenziale della Pubblica amministrazione nonché un milione su quattro di pubblici dipendenti che percepiscono stipendi, indennità, premi ed altri ammennicoli, senza alcun riferimento alla qualità dei servizi prodotti. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, ha lanciato l’idea di abolire la retribuzione oraria sostituendola con la connessione fra stipendio e servizi o prodotti.
La tremenda situazione socio-economica in cui si trova il Mezzogiorno deriva proprio dal piattume generale che ha come primo colpevole il settore pubblico ove la burocrazia anziché essere un motore di sviluppo, è un oppio che blocca tutte le attività.
Per questo stato di cose nessuno paga. Per contro, molti burocrati ricevono premi che – c’è da morir dal ridere – si autoassegnano e si autoliquidano.
È noioso ripetere questi concetti, ma abbiamo il dovere di fare come la goccia, contando sul fatto che prima o poi bucherà la pietra. Quella pietra, quasi una lapide, che il ceto politico e quello burocratico hanno messo sopra i cittadini, impedendo loro di crescere.
Dunque, l’esodo dei giovani più bravi verso i mercati ove vince il merito è diventato comune e ci sorprende che alcune persone se ne lamentino. Costoro, invece, quando hanno posti di responsabilità, dovrebbero pensare a modificare i loro comportamenti per creare le condizioni del mercato, soprattutto quello meridionale, che impediscano tale esodo.
Ma questo nuovo meccanismo, non è ancora alla vista. Perciò il Paese langue.