Organizzazione e semplificazione sono fondamentali per rendere efficienti i rapporti fra cittadini e amministrazioni e anche quelli fra amministrazioni stesse, perché non si può più lasciare il cittadino ostaggio della burocrazia. Quella burocrazia che non funziona, perché i dirigenti non sono responsabilizzati mediante un sistema meritocratico che dia loro premi o commini sanzioni. Sulla base di che cosa? Ovviamente del raggiungimento di quegli obiettivi che i responsabili delle Istituzioni, cioè i politici, debbono dare loro.
Nel portale soldipubblici.gov.it vi sono dati di ogni tipo, dai Comuni fino allo Stato. Un sito che i cittadini farebbero bene a consultare frequentemente, per avere cognizione di come vengano spesi i loro soldi.
Nella bozza di Dlgs in esame manca un aspetto fondamentale, che darebbe la possibilità ai cittadini di esprimere valutazioni sul comportamento dei dirigenti. Si tratta di un totem con le faccine o con il semaforo. Quando un cittadino o un imprenditore esce dall’ambiente dove si trova lo sportello, deve potere esprimere la sua valutazione sul servizio, schiacciando i tasti verde, giallo o rosso. Ma così non è.
Madia si è anche soffermata sull’applicazione del nuovo articolo 18 al pubblico impiego. Ha sbagliato citando come fonte giurisprudenziale la Corte Costituzionale anziché la Corte di Cassazione, la quale ha stabilito che tale articolo si applica anche al pubblico impiego. Però, dice la Madia, noi – come Stato datore di lavoro – non lo faremo.
Ha spiegato in modo cervellotico che vi è una differenza sostanziale tra datore di lavoro pubblico e privato, con un’ovvietà: il datore di lavoro privato ragiona con le sue risorse, mentre quello pubblico con risorse pubbliche: una frase lapalissiana e priva di significato, non sappiamo se frutto del suo sacco o di qualche ignorante che gliel’ha scritta.
Per chiarezza, non contano le risorse con cui si pagano gli stipendi pubblici o privati; conta invece, che i dipendenti concorrano al benessere della propria impresa o della propria azienda pubblica.
Gli ignoranti non sanno la differenza fra impresa e azienda pubblica. La prima ha come obiettivo il lucro, la seconda, invece, la produzione di servizi efficienti, cioè con l’impiego di risorse minime per il massimo risultato.
Per ottenere questo risultato ci vogliono dirigenti onesti e capaci.