PALERMO – Dopo il successo ottenuto dalla cantieristica siciliana al Salone della nautica di Genova, oggi si può tornare a sperare affinché questo settore si affermi come uno dei fattori trainanti per lo sviluppo economico dell’Isola. Non si può, però, prescindere dal rilevare che le possibilità di sviluppo del settore della nautica da diporto sono strettamente collegate ad un piano strategico per la portualità turistica.
Ad oggi si registra un grave handicap se le risorse del Po Fesr 2007-2013 non sono state assegnate. Solo ora l’assessore regionale al Turismo e Trasporti, Nino Strano, ha firmato i decreti riguardanti le direttive dei relativi bandi (125 milioni di euro), ma per il completamento dell’intero iter si dovrà ancora attendere il parere della IV Commissione legislativa dell’Ars.
Abbiamo intervistato Maria Concetta Antinoro, capo servizio Portualità turistica alla Regione siciliana, la quale dichiara che “i bandi saranno pubblicati entro l’anno, gli interventi saranno finalizzati all’attuazione del “Piano strategico regionale della portualità turistica”, il cui indirizzo prioritario è la tutela del patrimonio ambientale della Sicilia; conseguentemente tutte le azioni dovranno tendere al miglioramento della qualità paesaggistica ed ambientale della fascia costiera, favorendo le iniziative capaci di destare effetti sinergici tali da contribuire alla crescita economica della regione. La scelta dei siti per la realizzazione degli interventi di portualità turistica è stata operata sulla base di parametri turistico ricettivi, proprio per offrire al turista nautico la possibilità di fruire dell’offerta turistica immediatamente retrostante la costa, abbiamo avuto conferma da parte dei gestori che coloro che programmano una vacanza in Sicilia chiedono, oltre la disponibilità del posto barca, anche l’organizzazione di un tour nell’entroterra con relativa prenotazione del ristorante”.
Certo, molto si è fatto, continua Antinoro “con le risorse del Por Sicilia 2000-2006 sono stati realizzati interventi di completamento, funzionalizzazione e qualificazione della portualità turistica nei seguenti siti: Marina di Ragusa, Riposto, Catania, San Nicola l’Arena, Balestrate, Santa Marina Salina, Pantelleria, Lampedusa, Trapani, Siracusa” e tanto resta da fare “fra gli interventi programmati ad oggi non risulta definita la procedura relativa al porto di Cefalù, al porto di Avola; mentre risultano in via di definizione i progetti relativi al porto di Capo d’Orlando, di Favignana, e di Porto Palo di Capo Passero. I lavori relativi al porto della Cala sono in esecuzione e rientrano nel programma di riqualificazione del water front”. Per quanto riguarda il Porto di Schisò, aggiunge Antinoro, “dal punto di vista del percorso approvativo si è ancora in attesa delle determinazioni della Conferenza Stato-Regioni; per quanto riguarda la valenza turistica, il sito di Giardini Naxos è stato individuato dal “Piano strategico regionale della portualità turistica” quale sito idoneo, per le potenzialità che oggi presenta, per divenire infrastrutture armonizzata nel “sistema” di portualità turistica".
Il Piano strategico di sviluppo della nautica da diporto
Con il Piano Strategico di sviluppo della nautica da diporto approvato nel 2001 ed aggiornato solo nel 2006 “sono stati realizzati complessivamente 2800 posti barca; è stato già realizzato uno dei tre porti hub, quello di Marina di Ragusa con 850 posti barca, il più grande della Sicilia come infrastruttura per la nautica da diporto e uno dei più moderni e avanzati in Europa, per l’uso di avanzate tecnologie, nonché rispondente ai parametri di funzionalità, sostenibilità ambientale e impatto estetico-dice Antinoro- e, per l’inizio dei lavori del porto di Sant’Erasmo si è in attesa, da parte del Ministero per l’Ambiente, del nulla di compatibilità ambientale; per Porto Palo Menfi si è in attesa del progetto definitivo”. Sviluppo della nautica deve significare voglia di ripresa. “Nessun altro comparto ha un rapporto tra addetti diretti e indotto comparabile a quello della nautica- sottolinea Albertoni, presidente di Ucina, (Unione dei cantieri delle industrie nautiche) – ad ogni posto barca corrisponde a quattro posti di lavoro”. “Nel quinquennio 2003-2007 ha precisato Albertoni – con pochi provvedimenti legislativi (il leasing nautico, la legge sulla nautica da diporto e il codice della nautica) il settore ha dimostrato di saper moltiplicare il proprio fatturato e contributo al pil e i propri addetti diretti.
Infrastrutture portuali come volàno di ripresa
Secondo i dati rilevati dall’associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno il futuro dei porti italiani considerati gli effetti della crisi commerciale che coinvolge intere nazioni potrebbe avere risvolti favorevoli sul sistema portuale del Mezzogiorno d’Italia.
Infatti, se è vero che i porti dovranno scontare una minore domanda sulle rotte est-ovest e un minore utilizzo del canale di Suez (anche se i dati al 2008 indicano comunque una tenuta degli hub italiani che, a fronte della congiuntura economica negativa hanno subito una leggera flessione pari all’1%), si potranno comunque avvantaggiare della maggiore domanda sulle rotte nord-sud.
A favore dei porti del Mezzogiorno ci sono anche le strategie che i global operator che scalano i porti mediterranei stanno mettendo in atto per far fronte alla crisi.
La maggiore domanda che si prevede sulle rotte nord-sud e l’aumento della capillarità dei servizi regionali dedicati sostenuti da consistenti investimenti che gli armatori italiani, in particolare quelli del Mezzogiorno, stanno realizzando in naviglio specializzato, prefigurano un futuro in crescita per i porti che servono quei traffici e quindi in particolare quelli del Sud Italia che in tali segmenti già detengono posizioni di rilievo assoluto.
Cogliere queste nuove opportunità connesse alla economia portuale diviene strategico per la Sicilia, in quanto i porti rappresentano un volano di sviluppo del territorio, generatori di significative ricadute economiche ed occupazionali. Il vantaggio riferito alle dotazioni portuali si riflette anche sui dati di traffico che documentano il peso che il Sud d’Italia ha nel traffico delle rinfuse solide, liquide, delle merci varie e dei container. Ai porti del Mezzogiorno fanno capo oltre alle reti marittime del traffico container intercontinentale anche le reti delle autostrade del mare che proprio negli scali del Sud Italia hanno l’area di maggiore attività: tra Sicilia, Campania e Puglia è concentrato oltre il 75% delle linee marittime delle autostrade del mare. Ma a fronte di dotazioni portuali i risultati di traffico positivi, in negativo si nota nel sistema portuale italiano ma possiamo ritenere che tutto il sistema italiano in tal senso è carente perché mancano nei servizi marittimi soprattutto raccordi ferroviari e servizi di logistica avanzata nelle aree retro portuali, fattori che non consentono di valorizzare pienamente le potenzialità del traffico merci. è innegabile che la Sicilia in questi anni non sia riuscita a ricoprire l’auspicato ruolo di piattaforma logistica per il Mediterraneo viene penalizzato l’intero settore sul piano della concorrenza esterna e dello sviluppo interno.