Il Partito democratico ha deciso una linea diversa e cioè che un avviso di garanzia non costituisce impedimento all’attività di sottosegretari e di altre figure istituzionali. Se si trattasse di cittadini normali, la posizione di Renzi sarebbe ineccepibile, perché l’avviso di garanzia dev’essere rispettato per quello che è, cioè consentire alla persona indagata di conoscere tutte le carte dell’accusa per potersi difendere e tentare di smontare l’impianto accusatorio.
Al riguardo, dobbiamo prendere atto che sempre più spesso la Magistratura giudicante non conferma l’impianto accusatorio, prosciogliendo gli indagati o gli imputati, sia perché i fatti espressi non costituiscono reato, ovvero perché i fatti non sussistono.
A seguito delle sentenze di primo o secondo grado, passate in giudicato, ovvero di quelle della Suprema Corte, chi è stato accusato ingiustamente fa causa di risarcimento allo Stato per i danni subìti, materiali e morali, d’immagine e quant’altro, ricevendo risarcimenti anche milionari.
Nell’inchiesta pubblicata martedì, soltanto in Sicilia, in dieci anni, sono stati risarciti danni per settanta milioni, in base ai dati forniti dal ministero dell’Economia.
Il caso di Rosa Capuozzo, sindaco M5S di Quarto, ha caratteristiche diverse, ma si trova sullo stesso solco. Nessuno può dire se sia stata eletta con i voti della camorra. Probabilmente lei stessa non è stata mai avvicinata. Però anche in questo caso vale la parabola della moglie di Cesare: cioè la sua uscita dalle Istituzioni.
Dobbiamo riconoscere che i leader del M5S hanno già emesso la sentenza, per cui Capuozzo è stata espulsa dal Movimento, con ciò facendo il paio con l’ex grilletto sindaco di Gela, Domenico Messinese.
La forza del M5S è nel rigore e nel rispetto delle regole etiche. Per questo alcune espulsioni frettolose di parlamentari sono giustificate da questa linea che riceve sempre più consensi. Ovviamente di protesta, non di proposta.
Su questa linea non si riconosce, però, l’ideologo ex M5S, Paolo Becchi, che rimprovera a Grillo di accordarsi in qualche modo con Renzi, come nel caso dell’elezione dei giudici costituzionali.