Ardizzone in Procura: parte la querela contro il Presidente di Riscossione Sicilia

PALERMO – Ennesima puntata della vicenda che ha visto contrapposti il Presidente di Riscossione Sicilia e la deputazione siciliana.
Ieri il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, si è recato a Palazzo di giustizia di Palermo, accompagnato dall’avvocato Enrico Sanseverino, e ha consegnato al procuratore capo di Palermo, Francesco Lo Voi, una querela per diffamazione a corpo politico nei confronti di Antonio Fiumefreddo.
Sanseverino ha spiegato di avere ravvisato che la diffamazione sarebbe doppiamente aggravata: “dalle circostanze che tali espressioni sono state diffuse a mezzo stampa e contro un corpo politico quale è il parlamento regionale”. Sono stati allegati “numerosi articoli di stampa contenenti frasi offensive”.
Riguardo alla lettera che l’8 gennaio Fiumefreddo ha inviato al suo direttore generale e in copia ai capigruppo e ai presidenti di Regione e Ars, dove chiedeva una indagine per individuare i responsabili della presunta fuga di notizie sui nomi dei parlamentari morosi, Sanseverino ha affermato: “Ci siamo limitati a prendere provvedimenti solo in merito a quelle dichiarazioni, non entriamo nel merito di quello che è successo fuori. Sarà compito della Procura verificare se la diffusione di quei nomi consista in un reato, non spetta a noi valutarlo”.
Riscossione Sicilia Spa è una società controllata dalla Regione che si occupa del recupero dei crediti di contribuenti morosi. Come si ricorderà la vicenda riguarda la pubblicazione sulla stampa dell’elenco dei deputati regionali con le relative posizioni a ruolo con Riscossione.
La presentazione della querela fa seguito alla riunione d’urgenza del Consiglio di presidenza dell’Ars che è stato convocato a seguito proprio della pubblicazione dell’elenco: il Consiglio ha dato mandato all’avvocato Sanseverino di verificare gli eventuali presupposti per presentare querela, cosa che poi è avvenuta.
Il Consiglio di presidenza ha valutato anche le dichiarazioni di Fiumefreddo che, dopo la bocciatura all’Ars della norma sulla ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia, disse: “Siamo fuori dal recinto della politica e ci troviamo in ben altro ambiente, solo la magistratura può salvarci dai mascalzoni travestiti da uomini delle istituzioni”. E ancora: “Non mi meraviglierei se tra i pirati, che si sono nascosti dietro il voto segreto, ci siano parte dei 61 parlamentari ai quali per la prima volta nella storia abbiamo notificato i pignoramenti delle loro laute indennità”.
Nei giorni successivi alla dura polemica, il presidente Fiumefreddo aveva chiesto alla commissione Bilancio di potere presentare il nuovo piano industriale, dall’altra si dice pronto a farsi da parte: “Abbiamo fatto un lavoro enorme, ma se la politica lo riterrà, potrà essere interrotto in ogni momento. Sono disponibile a lasciare ad altri l’impegno se la mia opera non godesse della fiducia del Parlamento”.