PALERMO – I dati Istat e Bankitalia sono concordi nel confermare la crisi economica e finanziaria che investe il Sud. Scendono inesorabilmente sia i redditi delle famiglie che l’occupazione in tutti i settori dal terziario all’industria, all’agricoltura e non solo per le piccole e medie imprese.
Secondo l’Ufficio studi di Bankitalia – a fine anno – saranno le imprese del Sud e delle Isole a perdere più posti di lavoro. L’occupazione nel Meridione si ridurrà infatti del 2,4% a fronte di un calo del giro d’affari dell’1,9%. Viene così confermato il dato previsto mesi fa da UnionCamere che per il 2009 prevedeva movimenti e tassi occupazionali negativi nelle imprese siciliane con un calo del 2%, con una perdita di lavoro per oltre 10 mila unità. In prospettiva, il calo più importante si prevedeva a Palermo con oltre 2.500 unità e poi Catania, Siracusa, Trapani e Messina.
D’altra parte, i dati Istat confermano che tali risultati risultano gravati dall’incremento dei lavoratori inattivi dovuti a fenomeni di scoraggiamento, mancata ricerca del lavoro di molte donne per motivi familiari, ritardato ingresso dei giovani nel mercato del lavoro. La crisi occupazionale coinvolge tutti i settori. Ci si chiede a Palermo quale destino avranno i 1.300 lavoratori collocati nei servizi dell’Esa, dopo la soppressione annunciata dal governo regionale.
Si tratta di tecnici, amministratori, trattoristi che si occupavano da sempre dell’assistenza tecnica, meccanizzazione agricola, manutenzione delle dighe e servizi all’agricoltura svolte dell’Ente di sviluppo agricolo. E che dire della ormai annosa vicenda della Tirrenia e della Siremar la cui “movimentazione” torna ad essere oggetto di discussione ogni sei mesi, impegnando i Sindaci eoliani e la Regione Siciliana al fine di evitare i “tagli” e gli spostamenti previsti nei collegamenti via mare tra Sicilia, Isole Eolie e Napoli. Una tale iniziativa della Siremar sarebbe una ulteriore penalizzazione per gli abitanti e per l’economia dell’Isola.
A Siracusa è grande la preoccupazione espressa dai sindacati. La Cgil spiega come “Il rischio concreto è che in coincidenza del completamento di tutti gli investimenti che hanno caratterizzato il nostro territorio negli ultimi anni (autostrade, investimenti legati alle innovazioni tecnologiche, manutenzione ordinarie e straordinarie nelle grandi aziende industriali, il Porto di Augusta), verranno espulsi dai posti di lavoro migliaia di lavoratori a cui vanno aggiunti i posti di lavoro tagliati dal Governo tra i precari della scuola e quelli degli enti locali.
Meno preoccupazione a Ragusa, dove il Cipe ha assegnato poco più di otto milioni e mezzo di euro per varie opere pubbliche in tutta la provincia. Buoni anche gli aiuti all’agricoltura con la manovra correttiva approvata dalla giunta regionale, con la quale sono stati recuperati 25 milioni di euro per incrementare la rotazione del fondo Crias per il 2009 destinato al finanziamento a tasso agevolato per le imprese agricole. Se si vuole uscire dalla crisi però bisogna pensare alle opportunità di sviluppo offerte dal Mediterraneo, come serbatoio di nuove opportunità di mercato.
Bisogna creare infrastrutture, delle quali siamo deficitari e inserirsi nel contesto globale fatto di interscambi e di investimenti dall’estero. A quanto pare stia puntando a questo, basti pensare al piano industriale consegnato al Ministero dello Sviluppo Economico, da parte del management di Numonyx di Catania al fine di creare prospettive di sviluppo tecnologico e occupazionale dell’azienda per lo sviluppo dello stabilimento di Catania.
L’azienda, intanto, ha confermato che i livelli occupazionali saranno garantiti poiché ci sono discreti segnali di ripresa che pare continueranno a migliorare durante il 2010.