Effetto Mario Draghi sulle borse europee

ROMA – Mario Draghi ha rianimato le borse europee rilanciando il suo “Quantitative easing” ed estendendo gli stimoli monetari, già dal prossimo vertice della Bce, previsto a marzo. Questo l’annuncio che ha messo il turbo ai mercati, che lo scorso dicembre avevano sperato invano in un aumento dell’ammontare degli acquisti mensili di titoli, rimasto fermo a 60 miliardi di euro.
L’anno è iniziato nel modo peggiore per i mercati finanziari e l’Eurotower è chiamata a decidere presto se aprire ulteriormente i rubinetti della liquidità a fronte di un’inflazione “che resterà bassa o negativa ancora a lungo” e di rischi al ribasso “che sono tornati a crescere”, come ha sottolineato lo stesso presidente della Banca centrale europea, citando il rallentamento dei mercati emergenti, le recenti volatilità dei mercati finanziari e gli accresciuti rischi geopolitici, tutti fattori che minacciano la crescita globale.
“È necessario – ha affermato Draghi – riesaminare e riconsiderare la nostra politica monetaria al prossimo vertice con le nuove proiezioni macroeconomiche, che copriranno anche il 2018. I tassi resteranno sui livelli attuali, se non ancora più bassi, per un lungo periodo di tempo. Siamo determinati ad agire e non abbiamo limiti tecnici”.
Parole che hanno avuto un effetto immediato, con l’euro, che aveva aperto abbondantemente sopra quota 1,09 dollari, sceso sotto quota 1,08, mentre le borse del vecchio continente hanno accelerato con decisione dopo giorni di difficoltà.
In un contesto di accresciuta incertezza, ha detto Draghi, il “Qe” ha dimostrato di “stare funzionando bene”, rafforzando “la resistenza dell’Eurozona ai recenti shock economici”.
Per Draghi tutto ciò viene dimostrato anche dal miglioramento del mercato del credito, divenuto più facile e più economico per famiglie e imprese grazie “alla crescita delle pressioni competitive nel retail banking”.
Draghi è poi stato interpellato sulla vicenda della richiesta di informazioni sui crediti deteriorati alla banche italiane, richiesta che “non è stata mandata solo agli istituti italiani” e che è stata “percepita in maniera decisamente confusa”.
"Non ci sarà – ha concluso il presidente della Bce – nessuna richiesta inattesa di nuovi accantonamenti di capitale. Gli istituti bancari hanno livelli di accantonamenti simili a quelli del resto dell’Eurozona e livelli adeguati di garanzie e collaterali”.