Perquisizioni in casa e uffici del presidente di Confindustria Sicilia

CALTANISSETTA – La Procura della Repubblica ha disposto una serie di perquisizioni nell’abitazione e negli uffici dell’imprenditore Antonello Montante, presidente di Confindustria Sicilia.
All’imprenditore si contestano legami con Vincenzo Arnone, boss di Serradifalco, figlio di Paolino Arnone, storico padrino, morto suicida nel carcere di Caltanissetta nel 1992. Vincenzo Arnone fu testimone di nozze di Montante. A parlare delle “relazioni pericolose” del presidente di Confindustria è stato il pentito Salvatore Di Francesco, mafioso di Serradifalco, paese d’origine di Montante. Di Francesco, ex dipendente dell’Asi, l’Area di sviluppo industriale, si sarebbe occupato della gestione degli appalti per conto di Cosa Nostra.
Per i legali di Montante, Nino Caleca e Marcello Montalbano, si tratta di “un avviso di garanzia che fa chiarezza. Avendo finalmente letto il capo di incolpazione che sta alla base dell’indagine della Procura di Caltanissetta, il nostro assistito, con ancora più forza, ribadisce la più assoluta estraneità a ogni ipotesi delittuosa”.
“Daremo ogni contributo all’indagine – hanno aggiunto gli avvocati – ove si ipotizza, addirittura, un concorso esterno a favore di personaggi mafiosi che lo stesso Montante ha contribuito a colpire duramente sia sotto il profilo della libertà personale che dell’illecito arricchimento. Personaggi, quindi, dai quali è possibile aspettarsi ogni forma di reazione calunniosa”.
“Indicativa – hanno affermato – è anche l’epoca dei fatti: a decorrere dal lontano 1990. È noto, invero, che da quasi vent’anni Montante ha dedicato, in costante rapporto con la Magistratura e le Istituzioni, la sua attività allo scopo di radicare, per la prima volta nella storia, nel mondo dell’imprenditoria i valori e la cultura della legalità e della fiducia nelle istituzioni”.
“Il rating di legalità – hanno concluso i legali – fortemente voluto da Antonello Montante per premiare quegli imprenditori che sceglievano, superando ogni dubbio, di stare con decisione dalla parte dello Stato, è, da ultimo, la prova della linearità ed efficacia della sua azione”.