Nonostante ciò, si deve rilevare che le banche italiane hanno crediti incagliati fra 200 e 300 miliardi. Ciò è anche frutto della crisi che ha fatto fallire decine di migliaia di imprese, quelle più gracili o quelle che avevano prodotti e servizi maturi (senza possibile crescita), e altre decine di migliaia di imprese che si sono trovate in forte difficoltà anche perché la politica di tagli dei governi italiani è stata errata.
Infatti, quest’ultimi hanno perseguito la strada perversa di tagliare la spesa per investimenti anziché quella corrente, con la conseguenza che è stata bloccata la realizzazione di decine di migliaia di opere pubbliche, mettendo in ginocchio tutto il comparto, facendo aumentare vertiginosamente la disoccupazione e, per conseguenza, creando forti difficoltà alle imprese, i cui crediti, appunto, hanno costituito incaglio per le banche.
La ripresa è lenta, la crescita del Pil è disomogenea: lo 0,8% del 2015 è la media fra una crescita doppia delle otto regioni del Nord e una crescita zero delle regioni del Sud. Con ciò la forbice si è ulteriormente allargata.
Per risolvere il problema è necessario costituire una Bad Bank.
Nel World Econonomic Forum di Davos, in Svizzera, erano presenti pochi imprenditori italiani, che non hanno l’abitudine di girare il mondo e capire come funzionano i mercati. Dall’altra parte, le strutture statali, che dovrebbero promuovere le esportazioni, da un canto, e attirare gli investimenti, dall’altro, sono gestite con criteri burocratici e non manageriali. Con ciò restando molto distanti dal funzionamento di altri Stati che invece è svelto e fortemente efficiente.
Da quanto precede, si capisce che il sistema Italia è inceppato nelle sue diverse componenti: la parte pubblica, quella imprenditoriale, e il sistema bancario. Ognuna risente del malfunzionamento dell’altra.
Il sistema italiano deve recuperare efficienza, produttività e competitività, diversamente le difficoltà per riprendere il cammino della crescita saranno sempre maggiori.
La Borsa italiana si è ripresa perché le aziende rappresentate funzionano. è l’ora che anche le istituzioni pubbliche si mettano a funzionare.