La Sicilia che vola deve diventare una realtà e non più un sogno, perché da noi vi sono tutte le premesse e i requisiti affinché le mete ideali si trasformino in mete concrete.
La Sicilia può volare realmente, perché è piena di siti culturali (e con la cultura si mangia), ha un clima meraviglioso per 12 mesi l’anno, ambienti attrattivi, 829 borghi (che però vanno ristrutturati), città che risalgono al 727 a.C. come Catania, fondata dai calcidesi 14 anni dopo Roma.
Paradossalmente, la causa del declino siciliano deriva da quella classe politica che rivendica il primato, ma non ha mai avuto il primato della guida. Una classe politica farcita di indagati, mediocri, ignoranti e stolti, ma che può vantare personalità di primo livello che, però, non hanno avuto la possibilità di guidare la Regione perché non sono capaci, giustamente, di raccogliere il consenso con il becero voto di scambio.
La situazione è grave ma non seria, diceva il compianto Ennio Flaiano. Non è seria perché solo dei burattini possono continuare a farsi manovrare dai burattinai, senza alcuna remora né vergogna di condurre sul lastrico un milione e mezzo di siciliani, sulle soglie della povertà, e non creare lavoro per 400 mila siciliani.
Se tutti i siciliani perbene si mettono insieme si può consentire alla Sicilia di decollare, ma occorre isolare i politicanti senzamestiere che con il loro bla bla bla ci continuano a infinocchiare. Lo fanno per mantenere i loro privilegi e soddisfare i loro bisogni egoistici.
Volare, oh oh… Nel blu dipinto di blu. Nel blu del nostro mare, nel rosso della lava dell’Etna, nel verde dei Parchi montani, nel bianco dei mitici Teatri millenari. La nostra storia e la nostra tradizione rappresentano le nostre forze; ma non bastano. Dobbiamo addizionare la nostra capacità di progettare e realizzare un futuro degno e proporzionato alle potenzialità della Sicilia.
Ce la possiamo fare. Ce la dobbiamo fare, non tanto per noi, che abbiamo poco tempo, quanto per le seconde, le terze e le quarte generazioni, che hanno il diritto di trovare una Sicilia migliore di quella che abbiamo trovato.
Diritto cui corrisponde il nostro dovere di mettere tutte le nostre forze per contribuire in modo determinante al Risorgimento Sicilia.