Se i giovani si laureassero entro i 24 anni, al massimo, potrebbero utilizzare gli altri quattro per fare esperienze di ogni genere e imparare mestieri e lavori, abituandosi alla fatica ed al sacrificio, senza i quali non si può progredire, né professionalmente né umanamente.
Il fenomeno dei bamboccioni è presente soprattutto nel Mezzogiorno, ove vi è una naturale propensione a non far nulla. Non è un caso che nella testa di tanti giovani e meno giovani vi sia il cosiddetto posto pubblico fisso, non tanto perché dà maggiori garanzie (praticamente l’illicenziabilità, anche se si è scadenti sul piano funzionale) quanto perché offre privilegi in termini contrattuali, irresponsabilità generalizzata, assenze dal lavoro macroscopiche, deroghe non ammissibili in molti casi per la cosiddetta legge 104 (assistenza ai parenti bisognosi) e così via.
I bamboccioni preferiscono essere mantenuti da genitori e nonni piuttosto che cercare sistematicamente una qualunque collocazione in aziende di ogni tipo, dalle grandi alle piccole per, come si usa dire, farsi le ossa. Ma così non è avvenuto e non avviene.
Ogni giovane che esce dalla maturità dovrebbe avere competenze tecniche di base, ovviamente teoriche. Se poi comincia subito a fare esperienze, dovunque e comunque, si prepara ad essere richiesto dal mondo del lavoro. Ma deve possedere dei requisiti.
In cima ai quali non c’è la competenza tecnica, bensì le cosiddette soft skills, cioè le competenze morbide. Di che si tratta? Della capacità di interagire con gli altri e di saper prendere decisioni. Sono tratti della personalità che migliorano il modo in cui una persona s’inserisce in un ambiente lavorativo.
Chi possiede le soft skills ha più probabilità di essere assunto. Per esempio, l’addetto al check-in in aeroporto può essere messo di fronte alla necessità di prendere decisioni in ordine ai bagagli, al tipo di cliente ed altro. è un piccolo esempio, ma chiarisce chi può far bene il proprio lavoro e chi no.
Infine, i giovani devono imparare che al primo posto vi è l’Etica del lavoro e poi la capacità di lavorare in gruppo, comunicare e risolvere problemi.
Lavorare è una cosa seria. Lavorare bene dev’essere un impegno costante.