Tali impianti non hanno a che vedere con gli inceneritori né con i termovalorizzatori, i quali hanno residui inquinanti elevati, mentre i citati impianti hanno residui del ciclo industriale inferiori allo 0,5 per cento.
Se si tiene conto che la maggior parte dell’inquinamento deriva dalle caldaie private per il riscaldamento e dagli scarichi di autobus pubblici e di auto private obsolete (il parco italiano è tra i più vecchi del mondo), non si capisce come gli impianti citati siano osteggiati dai falsi ambientalisti e da altri con interessi poco trasparenti.
Green Sky è un impianto in costruzione sulle rive del Tamigi da parte di una società italiana, alla quale partecipa anche un industriale siciliano. Essa utilizzerà come carburante cinquecentomila tonnellate di rifiuti indifferenziati prodotti a Londra.
Il ciclo prevede l’estrazione di tutte le materie prime (legno, vetro, plastica, carta, alluminio ed altre), l’utilizzazione delle sostanze organiche per la produzione di biocarburante ed energia, infine il residuo viene utilizzato come prodotto che si usa sotto l’asfalto delle strade.
Partecipa alla società la British Airways, che utilizzerà il bio kerosene prodotto per i propri aerei. Bio kerosene non soggetto ad accise perché derivante da fonte rinnovabile.
La legge Sblocca Italia (n. 164/2014) ha stabilito che debbano essere costruiti otto mega impianti per la produzione di energia, anche sul modello di quello di Brescia, che ha consentito di tele riscaldare la città, eliminando le caldaie private di cui non vi è più bisogno.
Due di questi impianti debbono (e non possono) essere costruiti in Sicilia. Ma Crocetta si oppone, ritenendo lesa l’autonomia della Regione, e rilancia proponendo la costruzione di sei impianti più piccoli.
Ma perché, Crocetta, non appena insediato, oltre tre anni fa, non ha predisposto i bandi di gara per la costruzione dei sei impianti? Evidentemente è la fiera delle chiacchiere, che consente di imbrogliare i siciliani.
Intanto, tutte le discariche sono stracolme e si ricorre all’espediente di aumentarne formalmente e fittiziamente la capienza. è ormai prossimo il momento di dover provvedere all’invio dei rifiuti via mare ai Paesi che li accettano volentieri come carburante, con un costo per i Comuni (e quindi per i cittadini) ben più elevato di quello attuale, stimabile in oltre 200 euro per tonnellata.
No alla differenziata, inattuabile, sì agli impianti. Crocetta pubblichi subito i bandi per la costruzione degli impianti: due o sei!