Formaggi siciliani, lontani dai mercati esteri

PALERMO – Il made in Italy nel mondo è notoriamente legato principalmente al cibo e alla moda. Nel 2015 il prodotto che ha fatto registrare la maggiore crescita delle esportazioni italiane è il formaggio Pecorino: +23% delle vendite sui mercati stranieri. Un successo da incorniciare determinato dalla produzione di qualità proveniente dalle otto realtà Dop sparse per il Paese: il pecorino Crotonese, quello delle Balze Volterrane (Toscana), di Filiano (Basilicata), di Picinisco (Lazio), Romano, Sardo, Siciliano e Toscano.
A ben guardare i numeri siciliani, però, c’è poco da stare allegri.
“La produzione di pecorini Dop in Italia è di circa 30.000 tonnellate l’anno – dichiara durante una nostra intervista la presidente della Confederazione Italiana Agricoltori della Sicilia (Cia), Rosa Giovanna Castagna –  il pecorino siciliano Dop, però, con le sue 40-50 tonnellate di produzione annua rappresenta poco più dell’1 per mille del comparto; a fronte di 7000 tonnellate di pecorino prodotto in Sicilia solo 50 tonnellate possono fregiarsi del marchio Dop”. “Lo stesso ragionamento – prosegue Castagna – vale per gli altri formaggi dop siciliani, il piacentinu ennese e la vastedda del Belice. Quest’ultimo formaggio che ha la caratteristica di essere uno dei pochi formaggi di pecora a pasta filata si aggira sulle 25 tonnellate. Una maggiore produzione attorno alle 200 tonnellate la registra il ragusano dop, quest’ultimo però prodotto con latte di vacca”.
Parlando di prodotti lattiero-caseari in genere, ad uso del consumo interno, “la Sicilia è largamente importatrice netta, circa 85 milioni di Euro di prodotti lattiero-caseari importati a fronte di circa 15 milioni di Euro venduti fuori dall’isola” conclude la presidente della Cia Sicilia.
Se è vero che il Pecorino è stato quest’anno la star dei formaggi italiani, bisogna ricordare che non è l’unico prodotto di qualità made in Italy. Nell’elenco delle denominazioni italiane, iscritte nel Registro delle denominazioni di origine protette, delle indicazioni geografiche protette e delle specialità tradizionali garantite (aggiornato il 26 gennaio scorso sul sito del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali), troviamo, infatti, ben 49 formaggi Dop e un Igp in Basilicata.
La regione leader di tale speciale classifica è la Lombardia con ben 14 formaggi Dop, seguono Piemonte e Veneto con 8 Dop ciascuno e l’Emilia Romagna (5). Buona performance per l’Isola che può vantare quattro formaggi Dop: il citato pecorino siciliano, il Piacentinu ennese, il Ragusano, la Vastedda della Valle del Belice. Si segnala, inoltre, che alcuni formaggi vengono prodotti contemporaneamente in più regioni e dunque accade che il Gorgonzola (ad esempio) accresca la classifica di Piemonte e Lombardia.
“L’agroalimentare è il secondo comparto manifatturiero Made in Italy che svolge però anche un effetto traino unico sull’intera economia per l’impatto positivo di immagine sui mercati esteri dove il cibo Made in Italy è sinonimo di qualità” ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.
 


Straordinarie performance in Usa e Gran Bretagna
 
Un’analisi della Coldiretti sui dati Istat relativi ai primi dieci mesi del 2015 sottolinea “le straordinarie performance realizzate negli Stati Uniti (+28%) che sono il principale mercato di sbocco del pecorino italiano ma risultati estremamente positivi si hanno anche sul mercato europeo con una crescita del 22% in Gran Bretagna e del 16% in Francia nonostante la storica rivalità”. Ed un successo importante – precisa la Coldiretti – si registra in Giappone con un incremento delle vendite del 9% mentre in Cina l’aumento è addirittura del 500% anche se le quantità sono ancora ridotte.
In Italia – sottolinea la Coldiretti – ci sono 6,2 milioni di pecore allevati e circa 700mila capre, che pascolano soprattutto in Sardegna dove si allevano 3,2 milioni di pecore, in Sicilia (770mila), nel Lazio (630.000) e Toscana (420.000) anche se allevamenti sono presenti lungo tutta la penisola. La produzione di latte ovino in Italia è di 400mila tonnellate (28mila quello caprino) mentre quella di formaggi di pecora è di 67 mila tonnellate all’anno. Incrementare la produzione di formaggi Dop, vista la richiesta internazionale, diventa un must per tutte le regioni italiane.