Tenere i conti in ordine è frutto di sapienza e di scelte a monte che consentono di determinare quanta parte delle spese deve essere assorbita dalla produzione dei servizi e quant’altra ben più importante vada destinata agli investimenti, alla costruzione delle opere pubbliche, alla ristrutturazione idrogeologica del territorio, al sostegno delle imprese e alla creazione di nuovo lavoro.
I concetti espressi non sono nuovi, ma poco diffusi, perché molti interlocutori, soprattutto nei talk show televisivi, preferiscono usare demagogia e populismo, con cui si parla alla pancia di telespettatori e cittadini, piuttosto che spiegare bene i meccanismi indispensabili a produrre ricchezza e creare occupazione.
I blablatori sono la maggioranza, da tutte le parti politiche. I neo parlamentari del Movimento 5 stelle si stanno facendo le ossa, ma non si improvvisa una esperienza istituzionale basata su conoscenze multiple in un paio di anni. Vero è che i grilletti sono teleguidati, ma è anche vero che è difficile trovare un’amalgama fra tutti i neofiti, nonostante la ferrea disciplina di Grillo e Casaleggio sui propri adepti.
Gli eventi e i fatti vanno previsti e bisogna tentare di guidarli, oppure sono loro che guidano noi.
Ecco perché lo sviluppo deve essere programmato seriamente. Perciò occorrono strumenti seri e professionali per programmarlo bene. Ma non sembra che gli attuali responsabili delle istituzioni nazionali, regionali e locali abbiano i requisiti per questa attività. Sembra, piuttosto, che preferiscano continuare ad animare il teatrino delle vanità e delle vacuità, piuttosto che dedicarsi seriamente ad analizzare, valutare, programmare, decidere e realizzare le azioni che mirano allo sviluppo.
Peggio fanno burocrati e funzionari dello Stato, che dimenticano quasi sempre l’art. 54 della Costituzione e l’obbligo dell’imparzialità della loro azione.
Il Governo ha l’obbligo di indirizzare la propria azione a favore della collettività, tagliando i privilegi e supportando i poveri: insomma, deve perseguire l’equità fra cittadini. Lo stesso devono fare Regioni e Comuni.
Non sembra che questi comportamenti siano quelli dei nostri governanti, insensati e suicidi, perché le persone perbene, prima o poi, li travolgeranno.