Crocetta e l’eolico: oltre alle pale anche le parole al vento

“Scrivere l’energia” parlando di Sicilia non può che condurci a tracciare brevemente la storia delle scelte politiche in qualche modo legate a quelle inerenti la sostenibilità energetica ed ambientale.

È storia largamente attestata, infatti, la polemica che ha interessato l’attuale presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, da tempo contrario alla realizzazione di impianti eolici sul territorio siciliano, nonché manifesto sostenitore, quantomeno ai tempi della sua candidatura, delle petizioni Greenpeace.

Sin dal 2013, infatti, il presidente sarebbe intervenuto a Floresta durante la seconda sagra dell’Ottobrando, quando avrebbe dichiarato: «Basta con queste pale eoliche, fermiamole per sempre …deturpano luoghi di rara bellezza, incontaminati e potenzialmente ricchi di ben altre risorse, a discapito del turismo, dell’agricoltura e dell’industria di trasformazione agricola. Noi, in Sicilia, intendiamo produrre energia eco-compatibile,  solare è la nostra prima fonte di ricchezza». (parcodeinebrodi.blogspot.it  – 22 ottobre 2013)

Una nuova svolta all’episodio sarebbe avvenuta nel luglio del 2014, quando Crocetta avrebbe ipotizzato una nuova norma urbanistica che introducesse una serie di vincoli paesaggistici in modo da «consentire l’eolico solo dove già c’è».

Altre fonti più recenti, risalenti precisamente al Luglio del 2015, dicono che prima di lasciare Palazzo D’Orleans, agli assessori della Giunta Regionale era toccata l’approvazione degli ultimi provvedimenti, come il ddl recante ‘norme di tutela delle aree caratterizzate da valenza ambientale e paesaggistica’; cioè il disegno legge che avrebbe tramutato in realtà il proclama del governatore durante la campagna elettorale: "STOP ALL’EOLICO!" (livesicilia.it – 11 luglio 2015)

Ma alla fine, aldilà delle polemiche che ancor oggi continuano ad interessare la scena politica siciliana, anche dopo l’approvazione del decreto Dirigenziale 13/2016 che ha sospeso i procedimenti per l’autorizzazione di impianti di potenza superiore a 20 kW, ciò che interessa è l’aspetto ecosostenibile della faccenda. Quel voler creare una mentalità green al passo coi tempi sarà ancora una meta raggiungibile? E se sì, quale sarà il prezzo da pagare? E quanto le lobbies imprenditoriali avranno peso su tutto ciò?

Deniam D’Antonio. Classe III, IPSIA “Capizzi” di Bronte (Ct)