Epatite C, campagna di prevenzione

ROMA  – I prezzi bassi del farmaci per l’epatite C ci permettono di curare più persone affette dalla malattia. Lo ha detto il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin, a margine della presentazione della “Campagna di sensibilizzazione sul’Epatite C” ponendo anche l’accento sull’importanza che riveste il dialogo tra le Associazioni e malati per migliorare le cure.
“Quest’anno – ha ricordato il ministro – siamo in una fase molto importante per la malattia, abbiamo superato la soglia di cura dei pazienti e questo ci permette di abbattere in modo consistente il prezzo del farmaco e renderlo ancora più ‘prescrittibile’ da parte dello Stato, permettendo di conseguenza di raddoppiare le persone prese a carico, e perseguire il percorso comune con le Associazioni di eradicamento nei tempi previsti”.
“Abbiamo finalmente trovato una cura ad una malattia diffusissima – ha proseguito la Lorenzin – ma ora l’obiettivo per me è quello nei prossimi anni di eradicare l’epatite C dall’Italia. Una malattia che possiamo iniziare a dire sconfitta per tutti gli italiani’’.
“Sono convinta che molti di voi – ha detto il ministro poi rivolgendosi alla platea – hanno parenti e amici malati di epatite C o che sono morte. Questo non deve più accadere e dobbiamo riuscire a sconfiggerla. Abbiamo messo i soldi, ora è un tema solo di organizzazione’’.
Contemporaneamente si sono riunite per la prima volta a Roma, le sei associazioni nazionali di pazienti affetti da Epatite C, con l’obiettivo comune di fare informazione sulle implicazioni derivanti dal contagio e di sensibilizzare l’opinione pubblica sui comportamenti da adottare per conoscere e prevenire la malattia creando un sito dedicato (www.senzalac.it) e la distribuzione di brochures informative nelle farmacie italiane.
Oggi in Italia le diagnosi di epatite C potrebbero essere circa 300mila, di cui 160-180.000 pazienti eleggibili a un trattamento antivirale, mentre non è possibile quantificare il sommerso; ogni anno si verificano circa 1.000 nuovi casi. Anche se grazie ai nuovi farmaci sono quasi 30mila i pazienti curati con percentuali di guarigione vicino al 100%, “la prevenzione resta la cura primaria”. (dr)