Prevedere, prevenire, provvedere: ecco tre verbi molto utili nella vita di tutti i giorni. Consentirebbero, se attuati, di affrontare gli eventi che ci vengono incontro, possibilmente preparati, in modo da cercare e trovare le soluzioni possibili atte a risolvere i problemi.
La maggioranza delle persone ha una mentalità negativa. è pronta a fare obiezioni e a trovare aspetti non funzionali alle soluzioni proposte da altri. Solo una minoranza ha una mentalità positiva, che prescinde dalle negazioni o dalle osservazioni (perché non propongono soluzioni) e cerca invece di approntare modi di fare e di agire idonei alla bisogna.
Se tutti coloro che operano nel versante del bene – tralasciamo di considerare i delinquenti in questa analisi – si ponessero in termini positivi, metterebbero nell’angolo tutti gli altri, che invece continuano a parlare per dare fiato alla bocca.
È vero che tutti noi siamo dotati di cervello, un po’ più pesante quello degli uomini rispetto all’altro delle donne, ma non è detto che il peso sia sintomo di qualità. Spesso un cervello piccolo funziona molto meglio di uno grande. Non è questione di quantità ma di qualità. Meglio un dito di ottimo vino che un litro di pessimo.
Quanto scriviamo vale nel pubblico come nel privato, nel settore economico come in quello sociale, nel mondo delle imprese e in quello del volontariato. Esso ha la finalità di utilizzare al meglio le risorse umane, finanziarie e materiali di cui disponiamo per ottenere il massimo risultato possibile.
Tutto ciò è semplice, ma non è facile da attuarsi perché oltre ai saperi occorre una forte volontà, quasi diuturna: non arrendersi mai, rialzarsi dopo ogni caduta, superare o aggirare gli ostacoli che si presentano.
In fondo, si tratta di uno stile di vita che non riguarda solo il cibo o il movimento che dovremmo fare ogni giorno, ma anche le nostre attività lavorative e persino l’ozio che si può gustare con lentezza e intensità.
Bertrand Russel (1872-1970) e Robert Louis Stevenson (1850-1894) l’hanno spiegato nei loro Elogio dell’ozio. John R. Perry (1943) l’ha descritto ne La nobile arte del cazzeggio. Lamberto Maffei (1936) l’ha spiegato nel suo Elogio della lentezza.
Intensa attività e ozio vissuto sono due componenti fondamentali del vivere bene. Pensiamoci!