Opere di ingegneria, un anno da tracollo

PALERMO – C’è un pesante segno negativo negli investimenti per le opere di ingegneria nel 2015 rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. Lo comunica il Centro studi del consiglio nazionale degli ingegneri nel report “Monitoraggio sui bandi per i servizi di ingegneria e architettura. Anno 2015” diffuso lunedì scorso. Male anche la Sicilia.
Nel medio periodo il quadro è ancora più drammatico e proprio lo scorso anno ha toccato il punto più basso in termini di importi posti a base d’asta per interventi sulle opere pubbliche. Il dato è abbastanza evidente: poco più di 5 miliardi contro i 23 di sei anni prima. Il crollo diminuisce se consideriamo soltanto gli importi destinati ai servizi di ingegneria (esclusi gli importi per l’esecuzione dei lavori). In questo caso la contrazione si limita al 18% con 365 milioni di euro contro i 445 dell’anno precedente. “La flessione risente pesantemente del crollo delle gare con esecuzione (circa 3 miliardi di euro in meno per quanto concerne gli importi posti a base d’asta per questa tipologia di gare) – si legge nella nota del Centro studi – . Se si considera, invece, i soli bandi senza esecuzione, il calo degli importi destinati ai servizi di ingegneria si attesta intorno al 6%”.
La distribuzione regionale degli importi a base d’asta destinati ai servizi di ingegneria premia la Campania con quasi 52 milioni di euro, seguita dalla Sardegna con circa 41 milioni e mezzo di euro. La Sicilia si piazza tra gli ultimi cinque posti con appena 12,7 milioni euro. Nel 2015, in tutta Italia, sono stati pubblicati complessivamente 3.415 bandi di gara, di cui oltre la metà per soli servizi di ingegneria senza esecuzione.
“La caduta registrata dal nostro report – ha commentato commenta Luigi Ronsivalle, presidente del Centro Studi CNI – dimostra che in Italia la crescita economica c’è più a parole che nei fatti. Continuiamo, oltre tutto, ad assistere a fenomeni ormai endemici come le opere incompiute o la violazione delle regole base per la presentazione dei bandi”. E a proposito di incompiute la Sicilia ne sa qualcosa: 215 infrastrutture incomplete (24% del totale nazionale) censite dalla Regione nell’ultimo monitoraggio per una spesa immobilizzata pari a mezzo miliardo e la necessità di altri 320 milioni per il completamento.
Per i liberi professionisti “le possibilità di aggiudicazione delle gare da parte dei liberi professionisti siano particolarmente limitate, anche nei soli bandi di gara senza esecuzione”. In particolare la ricerca evidenzia come proprio in quest’ultimo caso, sebbene i liberi professionisti si siano aggiudicati il 70,2% delle gare, hanno ottenuto soltanto il 34% degli importi.
Le segnalazioni non si fermano qui, perché lo studio sottolinea che le gare continuano a “essere aggiudicate con ribassi che in alcuni casi raggiungono valori ‘esagerati’”. In questa particolare classifica è la proprio la Sicilia a meritarsi il risultato peggiore: nel 2015 un bando è stato aggiudicato con un ribasso pari al 95% a fronte di una media, per le gare senza esecuzione, che conferma l’aggiudicazione con un ribasso del 35%. Il ribasso medio nei bandi con esecuzione e in quelli del settore ICT (Information and Communications Technology) si aggira invece intorno al 20%.