Il concetto indicato consiste in una visione più ampia di collaborazione fra imprenditore e dipendenti in modo che sia comune lo spirito di corpo e di squadra nell’interesse di un’unica persona economica che è l’impresa.
La Commissione europea ha editato il Libro verde sull’imprenditorialità, redatto nel 2003, che sottolinea uno stato mentale e un processo volto a creare e sviluppare la stessa, mettendo insieme sia la disponibilità al rischio che la creatività all’innovazione, mediante una sana gestione collettiva.
Il termine intraprenditorialità è entrato nel lessico degli studiosi anche in seguito al libro di Gifford Pinchot (1942) Intrapreneuring. Anche il Global entrepreneurship monitor (Gem) , che è lo studio più conosciuto al mondo dell’imprenditorialità, ha introdotto nelle ultime rilevazioni una serie di questioni che tendono a comprendere lo spirito imprenditoriale delle persone tra i 18 e i 64 anni. Tale studio ha mostrato come il tasso di intraprenditorialità sia più elevato nelle economie avanzate, denominate innovation driven.
Vi è, quindi, una relazione positiva tra lo sviluppo di una nazione ed il tasso di intraprenditorialità.
Nel settore pubblico del nostro Paese, in cui lavorano milioni di cittadini, il concetto di intraprenditorialità è sconosciuto, sia perché nelle singole branche amministrative non esiste il sano principio della squadra ed anche perchè nessuno si preoccupa di utilizzare le sinergie per raggiungere fini di interesse generale.
Ciò accade in quanto non vi sono i principi di meritocrazia e responsabilità, indispensabili per fare funzionare adeguatamente anche l’organizzazione pubblica.
Ed è proprio questa una delle principali cause della mancata crescita economica ed occupazionale dell’Italia. La burocrazia di tutti i livelli dovrebbe essere servitrice di interessi generali e per ciò stesso efficiente ed efficace, cioè mirante ad obiettivi da realizzare con rigorosi cronoprogrammi, poi verificati dai risultati, in base ai quali sanzionare o premiare i dirigenti.
Una burocrazia funzionante dovrebbe avere presente i principi indicati e, se così fosse, diventerebbe il motore di tutte le attività sociali ed economiche e, quindi, eserciterebbe la spinta necessaria allo sviluppo.
Mentalità intraprenditoriale, dunque, che comincia ad esserci nel settore privato, ma che deve essere assunta anche da quello pubblico. Al più presto!