Messina – Svincoli, l’arbitrato da 52 milioni di euro e il rischio-dissesto per il Comune

MESSINA – Più volte abbiamo denominato la vicenda legata agli svincoli di Giostra e Annunziata la telenovela più triste della storia recente della città dello Stretto, rimanendo sempre in attesa, ansiosi, di nuove e avvincenti puntate. E questa non ci ha mai deluso, né mai lo farà.
Ricordate, infatti, che nel novembre 2008 la società vincitrice del primo appalto che avvenne nel lontano 1997, l’Ati Torno-Giotto-Vinci, richiese al Comune di Messina un mega-risarcimento di 52 milioni di euro a causa delle riserve accumulate nel corso degli anni? E ricordate che il sindaco Giuseppe Buzzanca per sbrogliare la matassa ingaggiò ben due avvocati amministrativisti esterni, Aldo Tigano e Gregorio Falzea, pagandoli con soldi pubblici, e affiancò loro pure un terzo legale, ma interno al Comune, ovvero l’avvocato penalista Candido Bonaventura ? Allora la strategia scelta fu quella della controffensiva. Nel febbraio 2009, Buzzanca inviò infatti un esposto in Procura in cui accusava di “turbativa d’asta” e “condotta fraudolenta” i rappresentanti della Torno Internazionale Spa, la società che faceva capo al raggruppamento di imprese che vinse l’appalto, peraltro già coinvolti, alla fine degli anni ‘90, in procedimenti penali, terminati poi tutti con proscioglimenti e prescrizioni(queste ultime per gli imprenditori Antonio Vinci e Carmelo Gitto e per il funzionario di banca Angelo Dragoni).
Ebbene, la strategia si è rivelata un buco nell’acqua. Il sostituto procuratore Fabrizio Monaco, dopo aver interrogato una serie di persone informate dei fatti, ha optato per l’archiviazione, non avendo potuto accertare i presupposti per sostanziare il reato.
Così è tornato in ballo l’arbitrato da 52 milioni, una spada di Damocle che pesa non poco sul bilancio del Comune, e che potrebbe decretarne nel giro di qualche mese il dissesto economico-finanziario. Perché le tattiche dilatorie messe in atto dagli avvocati di cui sopra, ovvero la cosiddetta dichiarazione di “declinatoria di competenza arbitrale”, non potranno essere eterne e si dovrà prima o poi accettare il giudizio del collegio competente, attualmente quello romano che ha in carico il procedimento.
E tutto questo mentre faticosamente si sta tentando, anche grazie all’intervento dell’Anas, di uscire fuori dalle sabbie mobili, di procedere nella maniera più veloce e tecnicamente efficace al completamento dei lotti. Come finirà? Lo sapremo (forse) nella prossima puntata.
 


Le opere. Nuovo progetto e 75 milioni di euro da recuperare
 
MESSINA – Adesso la palla passa all’Anas. L’ente, infatti, ha acquisito nei giorni scorsi, nella persona del direttore generale Ugo Dibennardo, sia la direzione dei lavori (ruolo – ricordiamolo – coperto prima dall’ing. Beppe Rodriguez), che la responsabilità unica sul procedimento (che invece pesava sulle spalle dell’ing. Mario Pizzino), incaricandosi di portare finalmente a termine il progetto. Un progetto, però, che non solo risulta vetusto sul piano dei materiali, ma anche dal punto di vista normativo. Il collegamento Giostra-Annunziata, infatti, dovrà essere rivisitato al fine di prevedere una seconda canna, e l’intervento realizzativo della stessa è stato stimato in 75 mln di euro.
Soldi ancora da trovare, d’intesa con il Ministero dei Trasporti, ma intanto il progetto era stato inserito tra le opere cosiddette compensative del Ponte. Si parla, insomma, come al solito, ma il cantiere rimane chiuso. Forse in attesa di sapere come andranno a finire le vicende giudiziarie.