Il Governo italiano ha ottenuto lo sforamento del disavanzo (o deficit) previsto per il 2016 nel 2,6%. Ciò significa che verrebbe consentita una maggiore spesa rispetto alle entrate di circa 20 miliardi. Ora, se tale importo fosse stato indirizzato a opere pubbliche e investimenti, secondo la teoria keynesiana, tale scelta avrebbe avuto piena giustificazione. Se poi il Governo avesse adottato il Piano di revisione della spesa, cioè della sua riduzione, realizzato da Carlo Cottarelli e dai suoi successori nella misura di 30 miliardi, vi sarebbe stata la prospettiva di un forte incremento di produzione di ricchezza e di nuova occupazione, non limitata ai dati enunciati dal Governo.
La verità è che la buona volontà del Governo di Renzi – di rimettere in equilibrio le parti dello Stato secondo i criteri del pater familias – fino a oggi ha avuto risposte deboli, perché i tagli degli sprechi, dei favoritismi e dei privilegi sono stati estremamente modesti.
In più, la riforma della burocrazia, che consentirebbe risparmi notevoli e aumenti di produttività, è ancora al palo perché a fronte della legge Madia 124/2015, cioé legge delega o cornice, i decreti delegati non sono stati approvati in via definitiva e forse passeranno ancora diversi mesi prima che essi vedano la luce.
Vi è un’ulteriore questione irrisolta, che la legge di Stabilità 2016, valida anche per gli anni 2017 e 2018, non affronta se non marginalmente: la questione meridionale.
Essa rappresenta un quadro desolante perché non ha in sé gli elementi necessari per la rinascita e la crescita, in quanto manca delle infrastrutture senza le quali le attività economiche non possono decollare.
Senza linee ferrate veloci, aeroporti collegati con porti, stazioni ferroviarie, interporti e autoporti; senza i servizi pubblici snelli e utilizzabili digitalmente da tutti i cittadini; senza la banda larga estesa in tutto il Sud; senza le start-up; senza tutto questo il Sud è inchiodato.
Ha ragione l’Ue nell’evidenziare la mancanza di competitività, anche perché manca produttività nella Pa, e il Governo farebbe bene a far tesoro degli ammonimenti ricevuti ed attuare provvedimenti nella direzione giusta, cioé fare le necessarie riforme immediatamente.
Il nostro Paese deve assumere la veste di un motore. Locomotiva, non più quella di vagone di coda.