Diminuiscono le case all’asta in Sicilia

CATANIA – Si contrae la percentuale di case all’asta in Sicilia del -2,44%. Il dato fa riferimento al secondo semestre del 2015, ed è calcolato sulla base dei numeri elaborati dal Centro studi Sogeea, che semestralmente pubblica il rapporto dell’andamento del mercato immobiliare all’asta.
Prendendo il primo rapporto basato sui primi sei mesi dell’anno 2015, e facendo un paragone con il secondo rapporto semestrale che chiude l’anno, emerge una contrazione della presenza di immobili residenziali all’asta in Sicilia: 2.863 case presenti sul mercato fino a luglio 2015, contro le 1.971 case per il secondo semestre.
In Sicilia, due province fanno eccezione, collezionando numeri più alti di immobili. Si sta parlando di Enna e Messina.
Enna fino a luglio contava 20 case all’asta, un numero basso che però ha raggiunto il picco di 98 a dicembre 2015.
Di più è riuscita a fare Messina, che da 24 immobili è passata ad averne ben 185 alla fine dell’anno. La variazione più alta, evidentemente.
Le altre province siciliane, al contrario, hanno ridotto la presenza di immobili all’asta.
Se si vuole fare un discorso tutto puramente numerico, quindi senza prendere in considerazione la variazione percentuale, la provincia che vede un netto taglio di immobili all’asta è quella di Catania, la quale passando da 550 a 148, ha tagliato il mercato di ben 402 unità.
Non è meno “virtuosa” Trapani, che registra una contrazione di 300 unità passando da 514 case a 214. Il terzo posto se lo aggiudica Siracusa che tra il primo e il semestre scende di 200, da 234 case a 32.
Cambiando leggermente discorso, e prendendo in considerazione il 100% di immobili, la percentuale di case all’asta maggiore è quella che si registra a Palermo.
Nel capoluogo, infatti, gli immobili all’asta hanno un “peso” del 3,09% sul totale.
Minor peso hanno invece sul mercato immobiliare siracusano, con uno 0,11% sempre calcolato su un totale.
In totale, il numero delle case all’asta in tutta Italia è diminuito del 6,7% in sei mesi: le procedure in corso sono infatti di 28.672, a fronte delle 30.746 rilevate all’inizio di luglio 2015.
“Le vendite all’incanto andate a buon fine non sono state compensate dall’arrivo sul mercato di altrettante case, segno che le persone che si trovano in difficoltà economico-finanziaria stanno fortunatamente diminuendo e che gli istituti di credito sono meno aggressivi nei confronti di chi è in sofferenza. – commenta così i dati l’ing. Sandro Simoncini, presidente di Sogeea, direttore del Centro studi – Questo per almeno due motivi: le banche sono consapevoli che il valore degli immobili è drasticamente calato negli ultimi anni e, di conseguenza, un’asta non le farebbe comunque rientrare dei capitali erogati; inoltre sanno che, in molti casi, le difficoltà di chi ha acceso un mutuo sono legate a meccanismi discutibili come quello degli interessi scaturiti dagli interessi. Quindi molti istituti bancari mettono a disposizione strumenti finanziari ad hoc per procedere all’acquisto e i meccanismi di vendita all’asta sono trasparenti e tutto sommato semplici”.