Ex Province, la riforma spacca l’Ars

PALERMO – L’Assemblea regionale siciliana ha approvato mercoledì sera la legge che integra e completa la riforma delle ex Province. Il primo documento infatti aveva istituito le 3 Città metropolitane (Palermo Catania e Messina) e sei Liberi consorzi di comuni. L’integrazione si era resa necessaria a seguito dell’impugnativa da parte del Consiglio dei ministri. Ora  si teme che Roma possa impugnare anche questa legge.
Il testo a Sala d’Ercole ha ottenuto 38 voti a favore, 19 contrari e 2 astenuti.  Una parte dell’opposizione al momento del voto finale ha lasciato l’aula. “Abbiamo portato avanti un lavoro responsabile – ha detto Alice Anselmo, presidente del gruppo Pd – per mettere a regime la riforma delle province:  adesso i nuovi enti possono finalmente avere un assetto stabile, i dipendenti hanno le risposte che attendevano e i cittadini potranno avere certezza in merito ad una serie di servizi fino ad oggi in bilico”. Critico il commento di Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia. “Abbiamo deciso di uscire dall’aula per non appoggiare un provvedimento che non condividiamo e che rischia di aggravare una situazione già drammatica”.
Ha votato contro il leader del centrodestra Nello Musumeci: “Da oggi in poi nessuno in quest’aula ha più il diritto di rivendicare l’autonomia regionale, se non per difendere inconfessabili prerogative”. Critici i sindacati: Claudio Barone della Uil ha detto che “Se i lavoratori delle ex Province resteranno in mezzo alla strada senza stipendio dovranno ringraziare i parlamentari regionali che hanno approvato una legge di riforma contraria agli indirizzi della Corte costituzionale”.
330 dipendenti dell’ex Provincia di Ragusa hanno notificato un “atto di diffida e messa in mora” al governo regionale per “la mancata emanazione dei decreti attuativi alla legge di istituzione dei liberi consorzi comunali approvata lo scorso mese di luglio. Soddisfatto invece il presidente Crocetta che ha detto come la approvazione di questa legge “faciliterà la trattativa col governo nazionale in merito alle risorse finanziarie da destinare ai liberi consorzi e alle città metropolitane”.