Altro mistero che alberga nella mia povera mente è come mai il fenomeno inspiegato della musica, che si capisce senza conoscerla, non vale per le lingue. Eppure, esse sono formate da suoni, che si compongono sulle note. Perchè, nonostante entrambe siano basate sulle note, comprendiamo la musica senza conoscerla e non comprendiamo una lingua senza conoscerla? Non esistono spiegazioni in materia.
Sul finire dell’Ottocento (tra il 1882 e il 1887) fu tentata l’istituzione di una lingua universale: l’Esperanto. Ma l’esperimento non ebbe successo e fu accontonato. Probabilmente perché non c’è bisogno di un ulteriore lingua che sostituisca quelle esistenti, centinaia, nonché i dialetti (migliaia). C’è bisogno di un sistema universale di comunicazione verbale basato sui suoni comuni da cui scaturiscono le parole e le frasi.
Non sappiamo se tentativi di questo genere siano stati fatti. Sappiamo che, di fatto, l’inglese è diventata la lingua universale, il che comporta che il mondo anglosassone, per effetto di questo strumento in uso dovunque, abbia un oggettivo vantaggio sui Paesi di diversa estrazione linguistica.
Musica e lingua: la prima è capita da tutti, anche se non conosciuta, la seconda solo da chi la conosce. Appunto un mistero. Non ci risultano ricerche al riguardo.
Però sarebbe estremamente utile per l’umanità se venissero fuori studi che tentassero di equiparare la lingua alla musica. Sembra una questione di lana caprina, ma non lo è. Pensate a un cittadino del mondo anglossassone che non ha bisogno di studiare altre lingue perché con la propria può andare dovunque ed essere capito facendosi capire.
Gli altri popoli hanno comunque l’handicap di imparare la lingua universale, che è appunto l’inglese, anche se pian piano che l’economia cinese cresce, anche questa lingua comincia a diffondersi nel mondo. Così come si sono diffusi i circa trecento milioni di cinesi che silenziosamente occupano città e territori. A Prato, per esempio, metà delle attività economiche sono cinesi.
Imparare il ritmo della musica, lavorare a tempo, comprendere la necessità di operare in squadra, tutti con lo stesso ritmo, è un modo per migliorarsi e servire meglio la collettività. E onorare l’essere Persona umana.