Crescita retribuzioni, registrato il valore più basso dal 1982

ROMA – Alla fine di marzo 2016 i contratti collettivi nazionali di lavoro in vigore per la parte economica riguardano il 40,8% degli occupati dipendenti e corrispondono al 38,7% del monte retributivo osservato. Lo comunica l’Istat.
Tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di marzo sono stati recepiti due nuovi accordi e nessuno è scaduto.
Complessivamente, i contratti in attesa di rinnovo sono 45 (di cui 15 appartenenti alla pubblica amministrazione) relativi a circa 7,6 milioni di dipendenti (di cui circa 2,9 milioni nel pubblico impiego).
Alla fine di marzo la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è del 59,2% nel totale dell’economia e del 47,3% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è in media di 39,9 mesi per l’insieme dei settori e di 18,2 mesi per quelli del settore privato. L’indicatore della vacanza contrattuale calcolata sull’insieme dei dipendenti è il più alto dal 2005 cioè dall’inizio della serie storica. A marzo ha toccato i 23,6 mesi, cioè quasi due anni.
A marzo la crescita delle retribuzioni contrattuali orarie nel primo trimestre del 2016 (+0,8%) rispetto ai trimestri precedenti segna il valore più basso dall’inizio della serie storica, cioè dal 1982.