PALERMO – Casse a secco, niente risorse per le sempre più urgenti manutenzioni, morosità alle stelle e occupazioni abusive in crescendo. Questa la fotografia, tutt’altro che rassicurante, degli Istituti autonomi case popolari della Sicilia, dieci Enti (oltre ai nove nei vari capoluoghi c’è anche quello di Acireale, in provincia di Catania), alle prese con criticità sempre più grandi e via via più difficili da risolvere.
Una situazione che, stando ai vertici degli Istituti, resta ingessata soprattutto a causa dell’immobilismo della Regione siciliana, incapace di varare una riforma in grado di risolvere strutturalmente i tanti mali del settore.
Basterebbe seguire l’esempio di altre realtà nazionali, che da tempo hanno già legiferato in materia. Ma su questo fronte, a Palermo sembrano tutti sordi.
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