Legge elettorale a due turni è anche quella dei sindaci, secondo la quale in ogni caso viene eletto colui che prenda la metà più uno dei voti, al primo o al secondo turno; cosicché i cittadini che vogliono partecipare debbono esprimere una maggioranza.
L’anomalia forte è la legge elettorale siciliana per la scelta del presidente della Regione, quando prevede che esso venga eletto a turno unico. Nel caso di Crocetta, gli è stato sufficiente poco più del 15% dei voti rispetto a tutti gli elettori, quindi una piccola minoranza, non certo espressione della volontà dei siciliani.
Questa anomalia deve essere cambiata prima delle prossime elezioni di ottobre 2017, per consentire ai siciliani di esprimere un presidente a maggioranza forte e non a minoranza debole, come nel caso di Crocetta.
Ricordiamo che la prossima Assemblea regionale vedrà una contrazione di venti dei propri membri, che passeranno da novanta a settanta. Quindi, la bagarre per entrare a Palazzo dei Normanni sarà maggiore che nelle legislature precedenti. La maggioranza sarà di 36 e non di 46 consiglieri-deputati ed essa sarà formata anche dal cosiddetto listino del presidente, cioè da otto deputati eletti in uno al presidente.
Dopo l’ammonimento del Governo nazionale relativo alla Legge regionale su Città metropolitane e Liberi Consorzi, pervicacemente, in nome di un’autonomia a tutela dei privilegi, l’Assemblea regionale siciliana ha votato una legge in cui è previsto che il sindaco metropolitano debba essere eletto fra i sindaci di tutti i Comuni che ne fanno parte. Cosicché è arrivata puntualmente l’impugnativa davanti alla Corte costituzionale e ora l’Assemblea dovrà ulteriormente riunirsi e modificare la legge per conformarla a quella nazionale ed evitare il blocco.
Un comportamento sciagurato, perché non c’è dubbio che l’interesse generale obblighi all’identificazione del sindaco del Comune capoluogo come sindaco metropolitano, come avviene in tutta Italia. Sarebbe illogico e dannoso che il sindaco della Città metropolitana di Palermo fosse quello di Gangi o che il sindaco della Città metropolitana di Catania fosse quello di Pedara, o che il sindaco della Città metropolitana di Messina fosse quello di Capo d’Orlando.
Non sappiamo se il buonsenso prevarrà, ma continueremo a battere su questo tasto, come nostra abitudine, fino a ottenere la modifica della legge.