Messina – Partecipate e atti trasparenti, arriva l’ultimatum della Regione

MESSINA – Entro trenta giorni il Comune e la Provincia regionale di Messina dovranno relazionare in merito alla mancata trasparenza degli enti partecipati sui siti web istituzionali, pena l’intervento ispettivo della Regione ai sensi dell’art. 25 della l.r. n. 44/91. Il Dipartimento regionale autonomie locali, con note a firma del funzionario ispettore, Giuseppe Terranova, e del dirigente del servizio, Luciana Giammanco, hanno intimato al sindaco Giuseppe Buzzanca, ed al Presidente della Provincia, Nanni Ricevuto, di sollecitare le società non in regola. L’intervento della Regione si deve all’iniziativa del consigliere provinciale del Pd, Pippo Rao, che nei mesi scorsi aveva denunciato il fatto all’assessorato della Famiglia, delle Politiche sociali e delle Autonomie Locali.
 
Rao metteva in evidenza come la mancata applicazione dei dettami delle leggi regionali n.22/08 e 6/09 – relative all’obbligo da parte di Comune e Provincia e degli Enti da essi partecipati di pubblicare sui siti web istituzionali tutti gli atti amministrativi – minasse i principi di trasparenza e di partecipazione dei cittadini, soprattutto disabili, alla gestione dei processi politico-amministrativi. Il consigliere metteva in guardia anche dal rischio di incorrere nelle sanzioni previste e cioè la perdita dei fondi regionali per gli enti locali. L’esposto riguardava la mancata pubblicazione in internet degli atti amministrativi (in particolare delibere e determine dirigenziali) degli enti e delle società partecipate da Comune e Provincia, visto che Palazzo Zanca e Palazzo dei Leoni adempiono già a tale obbligo. Si tratta di Messina Ambiente, Amam, Atm, Ato rifiuti e idrico, numerosi Consorzi, l’Ente Teatro, ecc.
 
“Al di là dell’aspetto legale e dei rischi connessi all’eventuale perdita di finanziamenti regionali per le inadempienze normative, – commenta Pippo Rao – resta il dato politico che non può non vedere la necessità di implementare i processi di trasparenza e partecipazione democratica dei cittadini alla vita di enti fondamentali per servizi indispensabili per il territorio. Se non si vuole rendere la comunità edotta e partecipe delle scelte politico-amministrative che negli enti si fanno, – continua il consigliere – c’è evidentemente la necessità di celare le decisioni in barba alle logiche democratiche, ma anche a scapito della qualità della vita e delle tasche dei cittadini”.